Operai Gkn al Governo: "Ritirate il testo anti delocalizzazioni. Meglio il nostro"

Video appello dei lavoratori. "Non si tratta di una norma antidelocalizzazioni, ma per proceduralizzare le delocalizzazioni. Il punto non è solo cosa fa la multinazionale che scappa, ma che cosa fa lo Stato che resta"

Un momento del video dei lavoratori Gkn

Un momento del video dei lavoratori Gkn

Campi Bisenzio (Firenze), 20 dicembre 2021 -  I lavoratori della Gkn contro il testo anti delocalizzazioni presentato dal governo. Oggi, 20 dicembre, sono in programma le le votazioni in Commissione Bilancio al Senato degli emendamenti alla Legge di bilancio.

Tra i vari emendamenti ce ne sono ben due sul tema delle delocalizzazioni: un testo è scritto dal governo sulla scia della bozza di decreto legge Todde-Orlando, un altro è l'emendamento Mantero (dal nome del senatore Matteo Mantero di Potere al popolo) che ha presentato in forma di emendamento il testo sulle delocalizzazioni scritto dagli operai della Gkn insieme ai giuristi solidali.

I lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio, in presidio permanente dallo scorso 9 luglio, in un video invitano i politici a ritirare l'emendamento del governo e prendere in considerazione il loro testo. "Il Collettivo di fabbrica è venuto a conoscenza dell'emendamento del governo da canali giornalistici, non per via ufficiale" sottolinea Dario Salvetti, delegato RSU Gkn. E aggiunge: "Non si tratta di una norma antidelocalizzazioni, come propagandato dal governo, ma per proceduralizzare le delocalizzazioni. Vorremmo essere chiari: questa norma avrebbe chiuso Gkn, imposto la soluzione di Melrose e non avrebbe reso possibile nemmeno l’articolo 28. Il governo sta al di sotto di quanto fatto da un semplice Collettivo di fabbrica, i soliti quattro operai a cui non tenete testa". E, ancora: "Il punto non è solo cosa fa la multinazionale che scappa, ma che cosa fa lo Stato che resta. Molti del Pd e del Movimento 5 Stelle sono venuti in Gkn a dichiarare solidarietà, il momento della verità è venuto, ora sta a loro dimostrare coerenza e onestà intellettuale. Cinque mesi di assemblea permanente hanno posto in maniera irreversibile il dibattito di quale intervento statale e per fare cosa".