
I furti in casa restano una grande piaga dell'estate: ecco come difendersi
Firenze, 11 agosto 2025 – I ladri, si sa, non vanno in vacanza. Come fare allora a difendere le abitazioni rimaste vuote per le ferie? Alcuni consigli arrivano da Francesco Caccetta, maggiore dei carabinieri oggi in congedo che, da Castel Ritardi, in provincia di Perugia, ha lanciato nel 2009 il progetto di «Controllo di vicinato», che si è poi diffuso in tutta Italia.
Partiamo dai consigli pratici. Cosa deve fare chi sta per partire e deve lasciare la propria casa per qualche giorno o qualche settimana?
«Bisogna innanzitutto approcciarsi al problema con la giusta mentalità e la consapevolezza che ci sono alcune precauzioni che fanno la differenza. Agosto è il mese preferito dai ladri, perché sanno che le case sono vuote. Il loro ‘modus operandi’ non è più quello che ci veniva proposto dai film o dalle leggende metropolitane di qualche decennio fa, con appostamenti mirati, scelte ponderate dei luoghi da colpire, segnali sulle porte. I malviventi vanno in una strada e ’improvvisano’, scegliendo sul momento cosa e dove colpire. Si tratta quindi di non far scegliere la propria abitazione».
In che modo?
«La casa deve continuare a sembrare viva. Quindi bene un giardino curato, qualche luce che si accende ogni tanto, qualche rumore che arriva dall’interno. Oggi, con i temporizzatori, non è difficile ottenere questo risultato: si possono programmare le luci, il televisore, lo stereo. Si possono usare dei timer o dei comandi a distanza, senza costi particolarmente proibitivi. Ovviamente non serve farlo in tutte le stanze: basta poter mandare un piccolo segnale».
Porte blindate, cassaforti, inferriate: sono utili?
«Come ho scritto in un mio libro, ci sono cinque cose che i ladri non voglio: non vogliono farsi vedere, non vogliono farsi male, non vogliono farsi prendere, non vogliono faticare, non vogliono perdere tempo. Ogni complicazione in più agisce sugli ultimi due punti e li spinge ad andare altrove».

È opportuno coinvolgere i vicini?
«Assolutamente sì. Restano validi i soliti consigli: farsi ritirare la posta in modo che non si accumuli, farsi riposizionare lo zerbino se l’addetto alle polizie del condominio lo sposta e ovviamente far dare un’occhiata alla casa».
E qui si collega il suo progetto, il ‘controllo di vicinato’…
«Il progetto, nella sua idea originaria, prevede che l’intera comunità sia coinvolta e preparata su come comportarsi. Poi, nel tempo, molti si sono purtroppo allontanati dall’idea originaria, ma io continuo a ribadire che il coinvolgimento di tutti rimane essenziale. Ogni cittadino deve poter segnalare un’auto sospetta, dei rumori strani, una luce che si accende in un appartamento i cui proprietari mancano, mentre il ruolo del coordinatore è quello di informare su problemi più strutturati, come lo spaccio in un giardino o la presenza ripetuta di teppisti».