Paolo Rossi, il giorno dell'addio. I funerali a Vicenza

Presenti i campioni del mondo 1982. Manifestazioni di affetto alla moglie Federica, alle figlie. Il sacerdote, ispirandosi al vangelo: "In campo astuto come il serpente, nella vita buono come la colomba"

L'addio a Paolo Rossi a Vicenza (Ansa)

L'addio a Paolo Rossi a Vicenza (Ansa)

Vicenza, 12 dicembre 2020 - Nella cattedrale di Vicenza si sono tenuti questa mattina  i funerali di Paolo Rossi, campione del mondo 1982 in Spagna, morto mercoledì a 64 anni in seguito a una gravissima malattia. La chiesa era gremita da personalità del mondo del calcio e non solo. In prima fila da un lato la moglie Federica Cappelletti con le figlie Sofia Elena e Maria Vittoria di 11 e 8 anni. Sulla panca a lato il figlio Alessandro e il fratello Rossano, che aprì la strada calcistica a Paolo passando alle giovanili della Juventus alcuni anni prima di lui. 

Alessandro, il figlio di Paolo Rossi, ha deposto un cuscino di rose bianche sulla bara di legno chiaro del padre. Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina, sul feretro ha poggiato la maglia azzurra di 'Pablito' col numero 20 del Mondiali '82. In apertura delle esequie sono intervenuti Matteo Martini, il giornalista Fabio Guadagnini (che ha letto una poesia e ne ha ricordato l'amore per l'arte e la cujltura) e l'amico di sempre Luigi Pelaggi , fra l'altro socio in affari di Paolo ("sei stato l'amico ideale che non potrò mai dimenticare", ha detto, rievocando poi i momenti del lavoro e dello svago trascorsi insieme, con la serietà che Paolo infondeva in ogni aspetto della vita e con la leggerezza con cui sdrammatizzava il suo ruolo di campione. 

I campioni del mondo dell'82 presenti e commossi. Da Altobelli a Bruno Conti, da Antognoni Collovati, da Gentile a Tardelli, che hanno portato a spalla il feretro in chiesa, tutti presenti. Anche Roberto Baggio, vicentino, Anche Giuseppe Galderisi che ereditò la maglia di Paolo al Mondiale '86.

 

 

 

Prima della funzione il vescovo di Vicenza ha benedetto la salma nella camera ardente allo stadio Menti, dove Paolo si rivelò al grande calcio. Il sacerdote che ha celebrato ha  annunciato di aver ricevuto l'incarico dal vescovo perché coetaneo di Rossi e amante dello sport.

L'omelia si è chiusa con la  citazione di una canzone di Renato Zero: "Benedici Signore attori, musicisti, fantasisti e il popolo del circo. Tutta questa gente che comunica felicità attiva, positiva e generosa. Dentro  questo elenco mettiamo anche te, Paolo, grazie per aver fatto sognare tanta gente e insegnato a vivere. E a te, Signore di avercelo donato". 

In precedenza il sacerdote aveva affettuosamente salutato Paolo: "Ti allenerai nella Coverciano del cielo e giocherai con la Nazionale di lassù". Poco prima aveva associato la figura di Paolo al passo evangelico dove si accostano la figura del serpente scaltro e la colomba semplice. "Paolo era scaltro, astuto in campo ma semplice, buono nella vita. Poco prima, il sacerdote si era richiamato a una recente intervista. Richiestogli di indicare il momento più bello del mondiale vinto, Paolo disse: "Durante il giro di campo con la Coppa del mondo avvertii crampi alle gambe. Mi sedetti su un cartellone pubblicitario e sulle tribune vedevo la gente che si abbracciava. Ecco, la loro felicità era per me il dono più bello. perché della loro felicità avevo un po' di merito anch'io".       

 

I campioni del mondo dell'82, suoi compagni di squadra, hanno ricordato l'amico, a margine della funzione.

Alessandro Altobelli, che come Rossi segnò nella finale con la Germania: «Era il più grande di tutti, oltre che il più forte attaccante di tutti i tempi. Eravamo entrambi attaccanti, ma lui era molto più forte di me. Ho sempre cercato di copiare quello che faceva, ma le sue erano qualità naturali e imitarlo impossibile».  

Antonio Cabrini, suo compagno di camera nel ritiro azzurro: «Pensavo che avremmo camminato insieme ancora a lungo. Già mi manchi, mi mancano i tuoi scherzi, le tue parole di conforto, le nostre liti ed il tuo sorriso. Non ti lascerò andare. Sarai sempre dentro di me, ma tu resta vicino a me».

Fulvio Collovati, difensore: "Quando è arrivato il messaggio del moglie Federica che ci chiedeva di non dimenticarlo mi si è spezzato il cuore - prosegue l'ex difensore di Inter e Nazionale -. Era un amico, un fratello. Ho subito tranquillizzato Federica, come si fa a dimenticare Paolo?".

Paolo Maldini, ai microfoni di SkY Sport ha ricordato "Lui è stato prima il mio eroe quando ha vinto il mondiale del 1982 e io ero un ragazzo di 14 anni. Poi è stato un esempio come compagno di squadra al Milan nel 1985, dove era così gentile di riaccompagnarmi a casa in macchina dopo l'allenamento perché io non avevo la patente".

All'uscita dalla cattedrale tutti con mascherina, ma impossibilitati a osservare il distanziamento. Folla, dietro le transenne poste attorno al perimetro della piazza. "Se non ci fosse stato il coronavirus ci sarebbe stata una enorme partecipazione di folla", ha detto il telecronista mentre stava intervistando Giancarlo Antognoni su Raisport. "Era il punto di riferimento con l'allegria che sprigionava , lui era l'artefice della nostra chat perdiamo non solo un compagno, ma una persona squisita - ha risposto lo storico capitano della Fiorentina -. Rappresentava tutta Italia nel mondo per ciò che ha fatto, ha trasmesso valori a tutte le generazioni che si sono succedute dall'82".

In tv si ricorda poi che Paolo Rossi è stato completamente scagionato dalla giustizia ordinaria per la vicenda del calcioscommesse. 

In diretta tv su Raipsort si cita che il Comune di Prato ha annunciato di intitolare il proprio stadio al nome di Rossi. Anche gli amministratori di Vicenza annunciano iniziative  per ricordare il campione del mondo 1982. Un cronista Rai lancia l'idea di intitolare a Paolo Rossi lo stadio Olimpico nel giorno dell'apertura dell'Europeo, il 10 giugno  2021. "Ha giocato nella Juve e nel Milan, avversarie di Roma e Lazio - è l'argomentazione", ma Paolo Rossi è stato per tutti il campione della Nazionale, l'eroe di tutta Italia". Antonio Di Gennaro si augura che la proposta possa essere portata a termine.

Al funerale Matteo Biffoni,  sindaco di Prato, città natale di Paolo Rossi, assieme all'assessore allo sport Luca Vannucci. "Federica, la moglie mi ha annunciato l'intenzione di effettuare anche a Prato una iniziativa per ricordare Paolo". ha rivelato al termine della cerimonia il sindaco.     

Sul sagrato ogni partecipante ai funerale ha salutato la moglie Federica,  le piccole figlie sue e di Paolo, il figlio Alessandro, il fratello Rossano. L'auto con il feretro si è allontanata lentamente. Quello a Paolo  Rossi non è un addio. Vivrà nella storia del calcio e del Paese. Nessuno mai lo dimenticherà.