La Flog di Firenze chiude, appelli continui sui social: "Salvate il tempio della musica"

La possibile cessazione dell'attività di un punto di riferimento per la scena indie in Toscana scatena la polemica sui social. Spopolano i commenti degli affezionati

Un concerto alla Flog

Un concerto alla Flog

Firenze, 13 novembre 2021 - La notizia della possibile chiusura della Flog sconvolge chi, nel tempio del rock di Firenze, ha assistito a concerti mitici e provato emozioni indimenticabili. E sui social sono tanti i commenti dei fan, che in queste ore esprimono il loro rammarico, e l’incredulità, alla notizia che l’auditorium potrebbe chiudere per sempre.

“Mai e poi mai deve chiudere” scrive Andrea su Facebook. Agnès definisce questo luogo un “patrimonio della fiorentinità”.  “Sono molto affezionato e spero che continui a vivere” gli fa eco Lorenzo. “Cosa possiamo fare per impedire tutto ciò?” si chiede Teresa. E Cecilia: “ Può servire una raccolta firme? Abbiamo bisogno della Flog e di musica dei popoli! Una perdita di offerta culturale di qualità troppo grande per Firenze”.

Ma tra tante incertezze, cosa sta succedendo e come stanno davvero le cose? “Stiamo ragionando su cosa fare, ma attualmente non ce la sentiamo di riaprire, perché ce’è un problema di management – spiega Fabio Ninci, amministratore delegato della Flog -. La proprietà della Flog sono i lavoratori metalmeccanici o pensionati, ma anche se la società ha una personalità giuridica, il responsabile di qualsiasi attività che viene svolta presso la nostra sede sociale deve essere una persona fisica. Siamo andati avanti tutti questi anni grazie a delle persone che hanno svolto questo compito in maniera gratuita e volontaria assumendosi tutte le responsabilità del caso, anche di fare impresa. Io stesso ho svolto questo ruolo per 15 anni. Ma le persone invecchiano, gli anni passano e senza un ricambio è difficile pensare di poter andare avanti. So bene l’impegno che ci vuole e la disponibilità che occorre. Capisco che è una cosa che spaventa. Non è facile trovare altre persone, questo è un periodo in cui il volontariato è in crisi. A questo punto dobbiamo chiarirci innanzitutto al nostro interno per capire se abbiamo le risorse e le forze per andare avanti, per fare qualcosa di identico a quello che si faceva prima, oppure di diverso”.

E a quanti non si capacitano di una possibile decisione che preveda la chiusura o un cambio di destinazione dell’Auditorium, Ninci ribatte: “Come capita frequentemente, nessuno si rende conto di cosa è stata la Flog: la conosce per quello che esprime all’esterno, ma non per il sacrificio che c’è dietro. Forse neppure la città si è resa conto del sacrificio che c’è stato da parte di persone che l’hanno mandata avanti”

Per quanto riguarda i tempi, Ninci ha parlato di “un anno. A maggio ci sarà il nuovo consiglio di amministrazione”. E di lavori e modifiche in grado di rendere la sala adatta per “ospitare iniziative che la impegnino anche durante il giorno”. E non mancano i commenti sui social del tipo: “La Flog diventerebbe un altro Tuscany Hall? No grazie”. 

Enrico Romero, direttore della Flog, ha parlato anche del futuro del Festival dei Popoli, definendo lo stop di quest’anno un “messaggio ancora più duro da digerire e ancora più drammatico, per la Flog e per la città”. E spiega: “Quest’anno non c’era la scusa della pandemia ed erano stati attivati finanziamenti. Ero riuscito a recuperare quelli ministeriali saltati da alcuni anni, tutto il budget necessario per svolgere il festival c’era. Tuttavia è stato scelto di non farlo, e questo mi fa pensare che festival dei popoli sia su una direzione da binario morto. Il rischio è di perdere uno dei festival più importanti per quanto riguarda le attività culturali cittadine”.