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Firmato l’accordo per il “Distretto rurale castanicolo regionale”

Sarà uno strumento di promozione per un patrimonio storico culturale e produttivo e pilastro per la valorizzazione della Toscana diffusa

castagne

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Arezzo, 1 settembre 2025 – Firmato l’accordo per il “Distretto rurale castanicolo regionale”

Sarà uno strumento di promozione per un patrimonio storico culturale e produttivo e pilastro per la valorizzazione della Toscana diffusa.

E’ stato firmato oggi a Firenze, nella sede della presidenza della Regione Toscana, l'accordo che sancisce la costituzione del "Distretto rurale castanicolo toscano".

Un passo atteso e voluto, frutto di un percorso di condivisione durato tre anni, che mira a rilanciare un settore cruciale per la produzione e l’economia rurale nonché per esaltare l'identità, la tradizione il paesaggio delle aree fragili della Toscana, contrastando lo spopolamento e promuovendo uno sviluppo sostenibile.

La Toscana diventa così la seconda regione, dopo la Campania, a dotarsi di uno strumento di questo tipo per valorizzare la castanicoltura.

Il Distretto castanicoltura toscano, come ha detto il presidente della Regione, rappresenta un pilastro della strategia per la Toscana diffusa. Con questo strumento si vuole tradurre in azioni concrete la volontà di sostenere le aree rurali e montane, contrastare lo spopolamento, valorizzare il paesaggio e promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile, radicato nell’identità e nelle specificità dei nostri territori. Perciò il distretto sarà un luogo di governance partecipata, capace di unire istituzioni, imprese e comunità locali per rafforzare le filiere produttive, recuperare castagneti abbandonati, incentivare innovazione e competitività e, al tempo stesso, custodire il patrimonio storico, culturale e ambientale che la castanicoltura rappresenta per la Toscana.

La vicepresidente e assessora regionale all’agricoltura ha avuto modo quindi di sottolineare che la nascita del Distretto castanicoltura toscano rappresenta un passo fondamentale per il futuro di un comparto che, in Toscana, non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale, ambientale e identitario. La castanicoltura è parte della tradizione regionale e della sua biodiversità, ed è un dovere sostenerla con una strategia condivisa e lungimirante. Le sfide di domani — dalla concorrenza estera al ripristino del potenziale produttivo, fino all’adattamento ai cambiamenti climatici — richiedono un impegno comune che unisca istituzioni, associazioni, mondo agricolo, terzo settore e comunità locali. Il Distretto nasce proprio da un percorso partecipativo promosso da ANCI Toscana, che ha saputo raccogliere esigenze, proposte e prospettive di tutti i soggetti coinvolti. Questo nuovo strumento, forte, autorevole e rappresentativo, consentirà di rafforzare le sinergie, promuovere innovazione e nuove opportunità di mercato, e valorizzare la castanicoltura toscana sotto il profilo della salute, del territorio, del paesaggio e della biodiversità.

La sindaca di Poggibonsi e presidente di Anci Toscana ha espresso grande soddisfazione per il lungo percorso che ha visto l'associazione in prima linea accanto alla Regione, ai Comuni, alle associazioni castanicole, al mondo scientifico, alle organizzazioni agricole e del mondo cooperativo per la creazione del Distretto, uno strumento cruciale per rilanciare la castanicoltura, con importanti ripercussioni sul piano economico, sociale, ambientale e culturale, aiutare a prevenire il dissesto idrogeologico e a mantenere la popolazione nelle aree interne.

La cerimonia di firma ha visto la partecipazione della vicepresidente e assessora all’agricoltura della Regione, insieme a numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni castanicole, delle organizzazioni agricole e del mondo cooperativo, e di tanti soggetti pubblici e privati che hanno aderito o aderiranno al nuovo organismo.

Il distretto castanicolo regionale nasce come strumento di aggregazione, per tutelare e valorizzare l'identità storica, culturale e agricola legata alla castanicoltura, per recuperare castagneti abbandonati, contribuendo a mantenere il presidio delle aree rurali, salvaguardando il territorio ed il paesaggio castanicolo che caratterizza gran parte della Toscana.

Il territorio del distretto è stato individuato sulla base dell’Inventario forestale toscano, integrato con i dati del sistema informativo ARTEA e ricomprende il territorio di 173 comuni distribuiti su tutta la regione. Di questi, il 98% della superficie castanicola del distretto ricade nel territorio della Toscana diffusa.

ANCI Toscana è stata individuata come soggetto referente, con il supporto operativo dei GAL (Gruppi di azione locali) quale una scelta che valorizza l'ascolto delle realtà locali. L'assemblea di distretto sarà la più ampia e inclusiva possibile, rappresentando tutti i territori e gli attori della castanicoltura, per essere dialogante e propositiva. Chiunque condivida obiettivi e finalità del distretto potrà aderire, nei tempi e modi disciplinati dall’accordo di distretto e dal progetto economico territoriale che ANCI col supporto dei GAL sta realizzando.

I prossimi passi Una volta predisposto il progetto economico territoriale, il soggetto referente del distretto invierà la documentazione alla Regione Toscana che provvederà a riconoscere il distretto e a iscriverlo nel registro nazionale dei distretti del cibo.

La castanicoltura in Toscana La Toscana è la seconda regione italiana (dopo la Campania) per importanza dei castagneti da frutto, con il 18% delle aziende e il 20% delle superfici nazionali. Vanta 5 denominazioni tutelate: • Castagna del Monte Amiata IGP (fresche e secche), • Marrone del Mugello IGP (fresche, secche, farina), • Marrone di Caprese Michelangelo DOP (fresche e secche), • Farina di castagne della Lunigiana DOP, • Farina di Neccio della Garfagnana DOP. A queste si aggiungono 17 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) a base di castagne e marroni.