Firenze, a Liliana Segre sarà assegnato il Pegaso d'Oro

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani

Liliana Segre

Liliana Segre

Firenze, 28 gennaio 2020 – La più alta onorificenza della Regione Toscana, il Pegaso d'Oro, sarà assegnato a Liliana Segre. Nel segno della memoria, non solo per tenere vivo il ricordo delle persecuzioni e dello sterminio, ma anche come guida per affrontare i nuovi mali del mondo contro cui cui occorrono consapevolezza e impegno. “Il Consiglio regionale della Toscana consegnerà il Pegaso d’Oro alla senatrice Liliana Segre quale riconoscimento per il suo impegno di testimonianza”. Lo annuncia il presidente Eugenio Giani all’apertura dei lavori del parlamentino toscano che oggi ricorda i 75 anni della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. “Il Pegaso, che sta sul nostro gonfalone, è espressione di libertà e democrazia - aggiunge Giani - Le ali sono espressione di libertà, e il cavallo il dinamismo, la forza della democrazia. Il Pegaso fu sposato dai costituenti della Regione esattamente cinquant’anni fa, che nello statuto lo vollero porre accanto ai colori millenari, il bianco e il rosso che Ugo di Toscana aveva significato per questa terra. Il bianco e il rosso, simbolo millenario e il Pegaso sono le espressioni di una Toscana che si è costituita nel 1970 partendo proprio dai valori che nel 1944 comitato toscano di liberazione nazionale aveva portato nel palazzo di Lorenzo il Magnifico”.

Designata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Liliana Segre è una donna che ha vissuto in prima persona il dramma della deportazione ed è una delle ultime testimoni dell’olocausto. E grazie al suo costante impegno nel raccontare la sua esperienza di grande sofferenza e dolore, contribuisce alla realizzazione di documentari, pubblicazioni cartacee e film su Auschwitz. Liliana Segre nasce a Milano il 10 settembre del 1930. Cresce assieme al padre Alberto e ai nonni paterni, dopo aver perso la mamma quando ancora non aveva compiuto nemmeno un anno di vita. Di origini ebraiche, subisce l'espulsione dalla scuola quando arriva all’età di otto anni a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali in Italia. Il 1943 è l'anno in cui Liliana assieme al padre tenta la fuga in Svizzera. In quella occasione le guardie di frontiera mandano indietro padre e figlia e procedono al loro arresto a Varese. Liliana resta nel carcere milanese di San Vittore per 40 giorni; successivamente, insieme al padre, viene condotta ad Auschwitz. Ha solo 13 a nni quando entra nel campo di concentramento assieme ad altri 776 bambini. Entrata nella sezione femminile, non rivedrà mai più suo papà. Anche i nonni paterni e i suoi cugini vengono arrestati. Deportati, saranno uccisi lo stesso giorno del loro arrivo, il 18 maggio del 1944.

Maurizio Costanzo