"Ferrovia, nuova linea irrinunciabile. Da Pisa a Firenze in trenta minuti"

Il sindaco della città della Torre, Conti, lancia il progetto: "Collegamento fondamentale per tutta la Costa"

Il sindaco di Pisa Michele Conti rilancia la sinergia virtuosa tra Comuni

Il sindaco di Pisa Michele Conti rilancia la sinergia virtuosa tra Comuni

Pisa, 19 febbraio 2022 - «Una regione forte nel suo complesso conviene a tutti, la sinergia virtuosa legata allo sviluppo è sempre più doverosa". Michele Conti, sindaco di Pisa, leghista, guarda a una Toscana felix, con la città della Torre protagonista del nuovo sviluppo sulla Costa. Insomma una Toscana meno Firenzecentrica e più diffusa anche per la modernizzazione specialmente delle infrastrutture.  

Il patto Pisa-Regione Toscana per il potenziamento ferroviario è praticabile o sono buone intenzioni? "Il collegamento ferroviario veloce fra Pisa e Firenze non è solo sinergico agli aeroporti, ma serve a collegare la costa all’Alta velocità con grandi benefici in primo luogo per pendolari, studenti ma anche per i turisti. Tutti insieme dobbiamo promuovere una Toscana sempre più moderna. Con il presidente Giani abbiamo convenuto di andare insieme a breve dal ministro Giovannini con comunione di intenti e idee chiare per recuperare il tempo perduto".  

Guadagnare 5 minuti sulla tratta esistente è possibile senza penalizzare il traffico pendolare? L’ex assessore Ceccarelli, capogruppo Pd in consiglio regionale, ha detto che è meglio pensare subito a una nuova linea. "La nuova linea nasce da una proposta del professor Massimo Dringoli, assessore alla mobilità della mia giunta che sul tema ha le idee chiare. Considerata ormai satura l’attuale linea e incapace di aumentare la frequenza dei treni, è necessario un nuovo tracciato da Pisa a Empoli per arrivare a Firenze in meno di 30 minuti. Progetto oneroso? Certo, ma è un progetto che guarda al futuro, alla mobilità dei prossimi 50 anni. E mi meraviglia semmai che Ceccarelli, per cinque anni assessore alla mobilità, ne parli adesso che fa un altro mestiere. La Regione ha perso tempo e ora dobbiamo recuperare. Se ci fosse stato già un progetto, a quest’ora avremmo potuto provare a intercettare parte dei finanziamenti con il Pnrr".  

Giani dopo l’incontro con il ministro Giovannini era soddisfatto anche per l’impegno previsionale di spesa per la nuova linea. Ora si aspetta Rfi. "Il confronto con Rfi è imprescindibile per dare concretezza alle idee e trasformarle in progetti di fattibilità. Si tratta di agire, ora e concretamente".  

Nardella vede lo sviluppo di Firenze e Pisa all’unisono quanto meno per gli scali aeroportuali, con il Galilei sullo scalino più alto del podio dell’importanza strategica e di mercato. Ci crede davvero? "Che Pisa sia la porta di accesso della Toscana lo dicono i numeri. Il Galilei è pronto a un ulteriore sviluppo grazie agli impegni presi dal Ministero della Difesa alla fine dello scorso gennaio sulle principali infrastrutture di volo che appartengono all’Aeronautica Militare, che regola il mix di traffico militare e civile. In particolare, sarà ammodernato il radar per consentire una migliore capacità di accogliere aeromobili. Poi, è chiaro che da quando la società che gestisce gli aeroporti di Pisa e Firenze è unica, la strategia di mercato non può che essere unica. Dopo anni di annunci, al netto della pandemia, ora Toscana Aeroporti deve dare un segnale velocemente e iniziare i lavori previsti dal master plan. Partendo dal Galilei, naturalmente".  

Fi-Pi-Li, si annuncia sempre la svolta che non arriva mai. "Non si può lasciare una delle arterie principali della regione al suo destino senza considerare che in 30 anni sono cambiate mille cose. Oggi non è una strada sicura e chi ne ha la responsabilità deve lavorare per garantire manutenzioni e migliorie continue. Se poi sarà una società a gestirla non è un problema, purché non sia il solito carrozzone. Ma interventi della Regione sono necessari e non più rinviabili".  

Servizi ai cittadini. Lei non è convinto dal progetto Multiutility mentre il suo collega De Mossi apre, Tomasi è possibilista. "Sono convinto che le fusioni societarie si fanno dal basso, non per imposizione. Ad oggi non ci sono le condizioni per una multiutility regionale. Fusioni recenti non mi pare siano state in grado di assicurare economie di scala o abbiano migliorato i servizi o diminuito le bollette. Questo non significa che, come gli altri sindaci del centrodestra, non sia disponibile a parlarne, ma a due condizioni: ‘due di ligence’ serie di tutte le aziende pubbliche regionali e fusioni solo per linee di business. I rifiuti con le farmacie non c’entrano niente. Mi auguro anche che il centrodestra toscano possa elaborare una proposta politica alternativa. Noi sindaci siamo disponibili a dare il nostro contributo qualificato".