
Pistoia, 9 febbraio 2023 – Una rivoluzione nella sanità toscana è quella annunciata ieri dai vertici regionali all’ospedale San Jacopo di Pistoia. Un cambio radicale che coinvolgerà, nel giro di tre anni, tutte le province toscane. Servizi ospedalieri, servizi assistenziali, prestazioni mediche, urgenze e soccorsi di emergenza con ambulanze: niente sarà più come prima. "Non stiamo parlando di tagli", mette le mani avanti l’assessore alla sanità Simone Bezzini. «Stiamo invece parlando di uso ottimale delle risorse professionali, con nuovi metodi organizzativi, peraltro già sperimentati con successo in altri territori. I servizi non saranno tagliati". La profonda riorganizzazione passerà attraverso vari livelli. Il più rilevante riguarda le nuove centrali operative territoriali: 37 presìdi in tutta la Toscana, nei quali saranno presenti un medico e cinque infermieri. Strutture che saranno operative per dodici ore al giorno e sei giorni la settimana. A turno i presìdi saranno aperti anche di notte e di domenica. Ancora non è noto dove verranno effettivamente realizzati queste strutture, anche se basta un rapido calcolo per capire che in media ci sarà un presidio ogni sette comuni toscani.
Altro capitolo riguarda le nuove Case di comunità, che stando alla riforma saranno tra 70 e 77. Obiettivo: fare raccordo tra il paziente e la rete degli ospedali, dotandosi di medici di base e di famiglia, specialisti, pediatri e assistenti sociali. Una ‘porta di accesso’ ai servizi della sanità, dotato di personale formato per questo scopo. "Il nostro obiettivo – commenta l’assessore regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli – è quello di costruire punti chiari di accesso alle cure e all’assistenza sociale. Luoghi reali, con persone formate per avviare i cittadini ai percorsi a cui hanno diritto, sia da un punto di vista sanitario che da un punto di vista sociale. Questo perché le necessità delle persone sono spesso miste: sanitarie, sociali e assistenziali". La riforma della sanità andrà a interessare ambiti da tempo sotto i riflettori per i timori di tagli e disservizi: su tutti, la gestione delle emergenze con ambulanza senza il medico a bordo e la continuità assistenziale su tutto il territorio durante l’intero arco della giornata. Anche in questo caso Bezzini non parla di tagli. "La riorganizzazione è una necessità: abbiamo risorse professionali numericamente scarse e quello che abbiamo dobbiamo renderlo più produttivo. Con la riforma le guardie mediche non verranno affatto chiuse, ma semplicemente riorganizzate negli orari. I cittadini avranno comunque la possibilità di ricevere assistenza ovunque e in ogni momento".
Secondo i piani, il servizio di guardia medica verrà mantenuto su tutto il territorio regionale dalle 8 alle 24 nei giorni prefestivi e festivi e dalle 20 alle 24 nei giorni feriali. Dopo la mezzanotte i servizi saranno rimodulati, andando a dislocare il personale medico in servizio nelle aree in cui effettivamente c’è un reale bisogno di intervento. Il sistema di soccorso in ambulanza verrà modificato, mantenendo almeno una d ecina di medici in servizio sul territorio regionale a bordo delle automediche. "Il medico non scomparirà affatto dalle emergenze – conclude Bezzini – ma si muoverà con l’automedica e affiancherà le ambulanze in caso di necessità".