Covid, la variante inglese si fa largo in Toscana. "È già presente in un campione su tre"

Le verifiche nel laboratorio di microbiologia di Careggi. L’assessore Bezzini: "Dobbiamo potenziare il sequenziamento"

Il laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Careggi, a Firenze

Il laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Careggi, a Firenze

Firenze, 18 febbraio 2021 - La variante inglese circola in Toscana. E anche in modo significativo: 1 caso su 3 dei tamponi di prima diagnosi analizzati dal laboratorio di Microbiologia e virologia di Careggi – uno dei tre centri regionali autorizzati al sequenziamento de genoma virale – risulta appartenente al ceppo britannico del virus. "E si tratta di un dato in crescita", spiega l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini.

Se il primo studio di prevalenza puntuale effettuato due settimane fa aveva fatto emergere il 10% di casi di variante inglese, nel secondo, più recente, la percentuale è cresciuta nettamente e oscilla tra il 25% e il 30%. In altri territori la percentuale è addirittura superiore.

Un nuovo approfondimento sui campioni inviati al laboratorio di Careggi verrà effettuato oggi: saranno analizzati ancora i tamponi di prima diagnosi con una carica virale che permette l’effettuazione del prescreening. Con la nuova metodologia il risultato arriva in tempo rapido, anche se poi il sequenziamento completo con la conferma sarà pronto il primo marzo. Dunque i casi di variante inglese si cercano e si trovano, oggi più di prima. Questo causerà una terza ondata pandemica? Gli specialisti toscani ci vanno con i piedi di piombo. Difficile se non impossibile dire se una presenza così massiccia di casi di variante inglese sarà alla base di una nuova impennata di casi, perché non si conosce la situazione pregressa. Ovvero, non sappiamo se a novembre il ceppo britannico del virus circolasse già in Toscana. A quel tempo i sequenziamenti sul virus venivano effettuati, ma sicuramente in misura del tutto inferiore, presi nel pieno della seconda ondata pandemica da un carico spaventoso di tamponi cui dare risposta. Al netto della variante inglese, che conta altri venti nuovi casi sospetti nei territori dell’Asl Toscana centro, a spaventare ci sono le varianti sudafricana e brasiliana, con i 14 casi di Chiusi su 40 risultati positivi ai 6.000 tamponi di screening effettuati per la campagna della Regione ‘Territori sicuri’ nel comune in cui era scattata la zona rossa.  

Se le varianti più aggressive fanno suonare l’allarme sull’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, rassicura che la cura con gli anticorpi monoclonali, messa a punto da Gsk Vaccines a Siena, sarà efficace su tutti e tre i tipi di variante, anche se purtroppo non è ancora disponibile: lo sarà in estate. "Le varianti hanno bisogno di molta attenzione, hanno messo in crisi molti anticorpi monoclonali sviluppati sinora. I nostri appartengono ad anticorpi monoclonali di seconda generazione che riescono a neutralizzare anche le varianti, inglese, sudafricana e brasiliana", spiega Rino Rappuoli, chief scientist di Gsk Vaccines a Siena e coordinatore della ricerca sugli anticorpi monoclonali di Toscana Life Sciences.  

Data la situazione, la Regione chiede un rafforzamento dei controlli, fa presente l’assessore Bezzini. "Dobbiamo potenziare il sequenziamento, attrezzandosi in maniera ancora più strutturata – spiega – E implementare i controlli sul territorio". C’è un problema, ai laboratori mancano i finanziamenti da parte dello Stato, promessi e mai arrivati. Si va avanti con le energie autonome, ma per uno scatto di qualità c’è bisogno di maggiori forze in campo. Anche a livello territoriale, per il contenimento dell’epidemia, si aspettano indicazioni più puntuali sulla gestione dei casi positivi a variante, per i quali non c’è una normativa specifica, mentre i contatti possono uscire dalla quarantena solo dopo tampone negativo di conferma.