Covid, "frena la decrescita dei contagi. Prosegue la discesa della curva dei ricoveri"

Lo afferma il matematico Giovanni Sebastiani: "Alcune regioni sono in fase di decrescita molto debole e prossime ad una stasi, mentre altre sono in fase di crescita molto debole"

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Isolation Quarantine Coronavirus Covid 19.

Firenze, 10 agosto 2022 - Frena la decrescita dei contagi da Covid-19 a livello nazione, mentre prosegue la discesa della curva dei ricoveri. Questo è quanto viene fuori dall'analisi dei dati che Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le Applicazioni del calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha effettuato. A livello regionale, ci sono Regioni con curve medie dell'occupazione dei reparti in fase di decrescita molto debole o in fase di stasi e altre sono in fase di crescita molto debole.

Il dato toscano indica invece che due curve hanno iniziato a calare a partire dalla terza decade di luglio: la prima è quella degli attualmente positivi, ma da sola non sarebbe un dato indicativo perché è anche vero che di questi tempi molti preferiscono fare il tampone casalingo e quindi sfuggire alla registrazione ufficiale dei contagi. La seconda curva invece è oggettiva ed è quella dei ricoveri.

Secondo Sebastiani: "A livello nazionale, da circa 7 giorni l'analisi delle differenze settimanali rivela una frenata della decrescita della percentuale dei positivi ai test molecolari. Per quanto riguarda i ricoveri invece le curve medie a livello nazionale dei reparti ordinari e delle terapie intensive hanno raggiunto il massimo 17 e 15 giorni fa rispettivamente, e sono in fase decrescente. Il dato legato ai decessi da Covid a toccato il picco 12 giorni fa, con una media attuale di circa 140 morti al giorno".

Anche in Sardegna, prosegue l'esperto, "negli ultimi giorni si è arrestata la crescita".  Alcune regioni sono in fase di decrescita molto debole e prossime ad una stasi, mentre altre sono in fase di crescita molto debole", osserva Sebastiani. "Del primo gruppo fanno parte Campania (livello medio attuale della percentuale 6%), Friuli Venezia Giulia (9%), Lazio (8%), Lombardia (11%), Molise (5%), provincia autonoma di Trento (5%), Umbria (20.5%) e Veneto (12%); nel secondo gruppo ci sono provincia autonoma di Bolzano (6.5%) e Piemonte (10%)".

"Nella maggioranza dei casi - rileva Sebastiani - si tratta di oscillazioni settimanali che non preoccupano, ma è bene monitorare la situazione, specialmente nelle prossime settimane, in relazione agli effetti di una possibile nuova crescita della percentuale dei positivi ai test molecolari".