
Un'auto dei carabinieri
Prato, 5 giugno 2024 – Non finisce di riservare colpi di scena l’inchiesta della Dda sul presunto giro di corruzione che ha portato in carcere il tenente colonnello di Prato Sergio Turini, e ai domiciliari l’imprenditore e presidente della sezione moda di Confindustria Toscana Nord Riccardo Matteini Bresci. Nei guai è finito anche un investigatore privato di Torino, amico di vecchia data del carabiniere, Roberto Moretti, per il quale il gip di Firenze Anna Liguori aveva disposto i domiciliari. Lunedì in tarda serata è arrivato l’aggravamento della misura cautelare per Moretti che è finito in carcere. Secondo quanto appreso, l’investigatore avrebbe risposto ad alcune telefonate di lavoro mentre era ai domiciliari non rispettando il divieto di comunicare con l’esterno. "E’ stata una ingenuità di una persona incensurata e non avvezza a questo genere di cose – ha detto il difensore, Flavio Campagna – Ho già depositato il ricorso al Riesame. Mi sembra tutto esagerato". Moretti e Matteini Bresci compariranno domani mattina di fronte al gip per l’interrogatorio di garanzia. Turini, invece, personaggio chiave dell’inchiesta, si è avvalso della facoltà di non rispondere anche se ha rilasciato dichiarazioni spontanee negando che "ci sia stata corruzione". Oltre che di corruzione, è accusato di atti contrari ai doveri d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico (sdi) e peculato. Il legale del carabiniere, Giovanni Renna, ha depositato il Riesame.
Nel mirino degli investigatori sono finiti i rapporti del carabiniere con più imprenditori sia italiani che cinesi. Il militare si sarebbe messo al servizio di personaggi altolocati e notabili pratesi (" quelli con i denari veri ", come ha detto in una intercettazione) per ottenere "utilità attuali o future". Motivo che ha spinto il carabiniere a compiere svariati accessi alle banche dati delle forze di polizia per dispensare informazioni utili agli imprenditori amici. Il prezzo della corruzione sarebbero stati un viaggio a New York per il figlio, tre bottiglie di vino pregiato e una raccomandazione di Matteini Bresci per non essere trasferito di sede.
Dai verbali dell’interrogatorio di un altro carabiniere indagato per omessa denuncia, spuntano occasioni conviviali organizzate dallo stesso Turini che riusciva a mettere insieme "a tavola" imprenditori facoltosi, sindaci e politici. Due sarebbero le cene: una alla stazione dei carabinieri di Vernio e una alla tenenza di Montemurlo. Le carte dell’interrogatorio del carabiniere sono state depositate agli atti insieme a quelle della testimonianza del sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli (non indagato ma sentito come persona informata sui fatti) a cui Matteini Bresci si era rivolto per impedire il trasferimento del carabiniere amico. Silli ha spiegato ai pm di aver scritto, su sollecitazione di Matteini, una mail al comando generale dell’Arma in "assoluta buona fede" tanto che l’operazione non è neppure andata in porto in quanto Turini è stato trasferito a Potenza. I pm hanno chiesto a Silli se Matteini avesse contattato il ministro Crosetto ma il sottosegretario ha risposto di non essere a conoscenza di tale fatto.