LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Corriere ucciso e gettato nel pozzo, la rabbia del datore di lavoro: “Un bravo giovane ammazzato per delle borse”

La tragedia di Arcidosso. Uno dei tre fermati ha raccontato agli inquirenti cosa era accaduto a Nicolas Matias Del Rio

Nicolas Del Rio, quarant'anni, è stato trovato morto in un pozzo (a destra) dove è stato gettato probabilmente già senza vita dai rapinatori

Nicolas Del Rio, quarant'anni, è stato trovato morto in un pozzo (a destra) dove è stato gettato probabilmente già senza vita dai rapinatori

Arcidosso (Grosseto), 27 giugno 2024 – Gettato nel pozzo nel giardino della villa. Un pozzo in pietra, in un angolo della proprietà anche ben visibile dalla stradina sterrata che passa poi di fronte al cancello prima di arrivare all’ingresso di un’altra abitazione distante circa trecentro metri. Intorno solo macchia e alberi: lì ci arrivi solo per raggiungere quelle case, non è una strada di passaggio. Dentro a quel pozzo i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di Nicolas Matias Del Rio, il corriere di 40 anni rapinato (e scomparso) il 22 maggio da Castel del Piano dopo aver ritirato 400 borse griffate Gucci che avrebbe dovuto poi riportare in azienda, ad Abbadia San Salvatore, per essere consegnate a una società fiorentina. Il corpo era a circa 6-7 metri di profondità, avvolto in una coperta e con le mani legate. Non è stato facile riportarlo su, perché la circonferenza del pozzo non è molto larga e il corpo era incastrato.

Una visione più drammatica della vicenda – col reato contestato ai tre ora in carcere che passa da rapina a omicidio – è arrivata grazie a quanto emerso durante l’interrogatorio a Regina Coeli di Klodian Gjoni, l’albanese ritenuto il "Goni" che fermò Del Rio chiedendogli di caricare anche altre scatole. Assistito dall’avvocato Alessio Bianchini, avrebbe raccontato ai pm Giovanni De Marco e Valeria Lazzerini quanto bastava per andare a controllare quel pozzo. Adesso a essere ascoltati dai magistrati toccherà a Ozkurt Bozkurt e ad Emre Kaia, entrambi turchi, in cella a Grosseto e Siena. L’interrogatorio potrebbe avvenire già oggi, ma il condizionale resta d’obbligo perché la Procura ha avuto difficoltà nel trovare interpreti. Alcuni interpellati hanno dovuto dire no per impedimenti dimostrabili, altri – pare – hanno declinato l’invito perché intimoriti dalla gravità delle accuse e forse anche dai profili dei due indagati.

Ieri, intanto, è stato conferito l’incarico al professor Mario Gabbrielli della Medicina legale di Siena per l’autopsia che dovrebbe essere eseguita domani. Il corpo, che in fondo al pozzo era coperto dall’acqua, è irriconoscibile, ma non ci sono dubbi su quale possa essere la sua identità, però l’inchiesta vuole le sue certezze e non possono esserci domande senza risposta su questo punto. E dall’autopsia, soprattutto, si attendono risposte su due interrogativi: le cause del decesso e capire se Del Rio sia stato ucciso subito o nei giorni successivi, magari dopo essere stato tenuto prigioniero all’interno della stessa villa, nei pressi della quale sono state trovate scatole di cartone e brandelli di pellame gettati via. Avrebbero dovuto comporre portafogli di un’altra marca.

Nel registro degli indagati sono finiti anche Niko Gjoni, padre di Klodian, e Zindan Bozkurt (28 anni), fratello di Ozkurt: per entrambi s’ipotizza il favoreggiamento. Gjoni è l’uomo al quale la proprietaria della villa aveva affidato la manutenzione di casa e giardino. "Di solito – racconta una vicina – veniva qui ogni tanto, negli ultimi giorni invece era qui spesso, accendendo anche dei fuochi in giardino. Qualche giorno fa uno di questi faceva fumo e cattivo odore, per cui l’ho chiamato chiedendogli di spegnerlo, e così ha fatto". "Maledetti, spero che marciscano in galera – ha commentato Sergio Pascal De Cicco, il datore di lavoro di Del Rio –. Non si può aver ammazzato come un cane un bravo giovane, padre di un bambino di 8 anni per 4 borse".