
Una mensa
Firenze, 26 febbraio 2020 – La Firenze della solidarietà non si ferma, e l’allarme Coronavirus, che in altre regioni ha provocato lo stop ad alcune mense e attività, a Firenze non arresta la preziosa missione solidale della Caritas. E tuttavia, per il panico, molti volontari restano a casa.
L’allarme Coronavirus riguarda tutti i luoghi, anche quelli della solidarietà, ma la Caritas di Firenze non rinuncia far mancare il proprio servizio ai più bisognosi. Nessuna ricaduta, almeno fino a questo momento, sulle realtà che offrono pasti caldi, dormitori e altri servizi imprescindibili per i senzatetto e chi a Firenze vive la povertà alimentare.
A precisarlo è lo stesso direttore della Caritas diocesana di Firenze, Riccardo Bonechi. “Al momento ci si uniforma alla delegazione regionale della Caritas che dice di porre attenzione ai Centri di ascolto, dove vengono le persone a parlare. Sì dunque a sportelli e centri di ascolto aperti, ma senza creare assemblamenti di persone. Come? Semplicemente si cerca di fissare gli appuntamenti per telefono, ma questa è una misura che abbiamo adottato da tempo. In questo modo si cerca di non creare assemblamenti. Certo, noi non mandiamo indietro nessuno, e coloro che si presentano, anche senza preavviso telefonico, vengono ascoltati e comunque accolti”. Quanto a mense e dormitori, è lo stesso Vincenzo Lucchetti, presidente della Fondazione Solidarietà Caritas onlus, a spiegare la situazione.
Presidente Lucchetti, avete attivato misure anti Coronavirus per mense e dormitori?
“Seguiamo le indicazioni di Asl e Regione. I servizi caritatevoli, finché non ci arrivano indicazioni contrarie, ad oggi restano aperti. Ovviamente a mense e presidi abbiamo inviato il codice di comportamento con tutte le regole igieniche da seguire. Per ora però, ripeto, e fino a indicazioni contrarie, sia le mense che i dormitori restano aperti”.
A salvaguardia degli operatori, avete predisposto l’uso di mascherine?
“Le abbiamo richieste, ma al momento, ci hanno detto, non sono disponibili. Restiamo in attesa di forniture”
Avete preso in esame ipotesi di circostanze eccezionali?
“Nel caso in cui la situazione dovesse degenerare, e le istituzioni dovessero disporre per la chiusura delle mense, assicureremmo comunque il servizio, attivandoci nel preparare dei pasti monoporzione. In questo modo le persone verrebbero direttamente a ritirare il proprio pasto”.
Qual è la maggiore difficoltà che vi sta creando quest’emergenza?
“Sicuramente quella che sta riguardando alcuni volontari per le mense e servizi di accoglienza. Il panico generale che si è diffuso sta facendo sì che molti volontari, soprattutto nel caso di persone anziane, non vengano. Da questo punto di vista, stiamo avendo dei problemi. Proprio perché i nostri servizi si reggono proprio sull’attività dei volontari, e la paura non aiuta”.
Maurizio Costanzo