Covid Italia 22 giugno: 835 nuovi casi, 31 vittime / LIVE

I dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute

Il presidente di Federfarma Lazio, Leopardi, mostra un kit per eseguire i tamponi

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Roma, 22 giugno 2021 - Sono 835 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 495. Sono invece 31 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 21. 

L'Italia è quinta al mondo per la percentuale di casi dovuti alla variante Delta del coronavirus, il 26% secondo le stime del Financial Times relative al periodo compreso fra il primo gennaio e il 16 giugno 2021; il 9% secondo le stime del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate relative all'ultimo mese e che segnano un aumento rispetto al 3.4% che risultava dall'analisi relativa al periodo fra il 15 maggio e il 16 giugno. In entrambi i casi la fonte è la banca dati internazionali Gisaid, nella quale tutti i Paesi del mondo depositano le sequenze genetiche del virus SarsCoV2.

Per il virologo Andrea Crisanti "la variante Delta di Sars-CoV-2 è destinata a diventare dominante in Italia. Se è vero quello che hanno detto gli inglesi, cioè che ha un indice di trasmissione più alto, è evidente che ha un vantaggio competitivo e quindi si espanderà".

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Il tasso di positività

Sono 192.882 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 81.752. Il tasso di positività è dello 0,43%, in calo rispetto a ieri quando era allo 0,61%.

Terapia intensiva: ricoveri in calo

Sono 362 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, con un calo di 23 rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 10 (ieri erano stati 9). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.289, in calo di 101 unità rispetto a ieri

Dosi di vaccino

Sono 46.812.413 le dosi di vaccino contro il covid somministrate in Italia, il 93.0% di quelle consegnate, pari a 50.318.612 dosi. Nel dettaglio, sono state distribuite 33.746.338 dosi del siero di Pfizer/BioNTech, 9.672.886 di quelle di Vaxzevria (AstraZeneca), 5.013.782 di quelle di Moderna e 1.885.606 di quelle di Janssen. E' quanto si legge nel report del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria, aggiornato alle ore 17:09 di oggi. A livello regionale, la Lombardia è la regione piu' virtuosa, facendo registrare il 95,7% del rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate. Seguono le Marche (95%) e la Puglia (94,9%). In coda alla 'classifica' troviamo la Sardegna (86,6%), poi la Calabria (87,5%) e la Sicilia (89,8%). Le somministrazioni sono state effettuate nei 2.712 principali punti di tutta Italia. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 16.173.259, il 29,95% della popolazione over 12.

​​​Zona bianca

Quasi tutto il Paese in zona bianca e senza coprifuoco da domani e molto presto senza l'obbligo di mascherina all'aperto. L'ultimo simbolo del Covid sta per cadere anche in Italia dopo la decisione di Cts e Governo di togliere l'obbligo all'aperto (salvo situazioni di affollamento) a partire dal 28 giugno. 

Il resto d'Europa

Provvedimenti smili sull'abolizione delle mascherine all'aperto sono arrivati negli ultimi giorni in Spagna (dal 26 giugno) o in Francia da giovedì scorso. Nel resto d'Europa, invece, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera e alcuni lander della Germania non è stato mai imposto l'obbligo, così come nel Regno Unito. Il Comitato Tecnico Scientifico è chiamato a pronunciarsi anche sull'apertura delle discoteche, tema sul quale - dopo un primo incontro - il Cts si è riservato ulteriori approfondimenti: anche questa riapertura potrebbe essere disposta dal Governo da inizio luglio e sicuramente con l'obbligo del green pass.

Il tema vaccini

"I risultati leggiamoli così: è normale che sui 7 vaccini che abbiamo sviluppato in un anno e che sono arrivati più avanti, due abbiano avuto problemi. Mi riferisco a CureVac sull'efficacia", risultata al 47%, sotto le attese e sotto la soglia indicativa di successo, "e a Sanofi che ha avuto problemi tecnici e ritardi. Dall'altro lato abbiamo altri 5 vaccini, se includiamo anche Novavax che ha avuto bellissimi risultati, che funzionano benissimo. Se tutti e 7 avessero funzionato, avrei detto che avremmo avuto una fortuna impossibile come genere umano. Tutto questo è normale. E' normale che su 3 vaccini a mRna uno abbia un problema. Non è un dramma". Così all'Adnkronos Salute Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus, commenta i risultati ad interim comunicati da CureVac.

"Vedremo di cosa si tratta. Ci possono esser almeno 5-6 motivi per cui i vaccini non funzionano in fase 3. Vedremo se è dovuto alla formulazione, al dosaggio o a dati di fase 1 sovrastimati. L'azienda probabilmente lo sa già. Io ho lavorato per 20 anni nel campo dei vaccini e posso dire che è normalissimo che qualcuno caschi in fase 3, o abbia intoppi in fase 1 come Sanofi. Meno male che il primo vaccino che abbiamo avuto ha funzionato benissimo. Altrimenti immagino la depressione che avremmo provato in quel contesto se ci fossero stati problemi. Oggi è diverso. I vaccini li abbiamo". Ora CureVac potrebbe "correggere il tiro e arrivare al traguardo, ma bisogna capire quale è il problema. Tutto è riparabile, dipende da quanto tempo ci si mette", ragiona Abrignani. "Uno dei problemi a cui è stato attribuito il risultato sotto le attese di CureVac è la presenza di varianti ma la risposta è che Novavax ha funzionato al 60-70% anche contro la variante sudafricana che è fra le più problematiche. E anche Pfizer contro l'indiana in Gb sembra abbia un'efficacia del 79-80%. Su CureVac aspettiamo i dati definitivi. Ma ricordiamo che non è un dramma, abbiamo abbastanza vaccini e ne arriveranno altri come appunto Novavax e Sanofi. Quelli che abbiamo ora sono fantastici e stanno aumentando la capacità produttiva".

Lo stato di emergenza

"Sono assolutamente favorevole alla proroga dello stato d'emergenza. Non è finita, anche se siamo sicuramente in una fase positiva. Ma, nel mondo, la pandemia ancora c'è. Nel 2021 ha fatto più morti che nel 2020. Quindi bisognerà continuare a stare attenti". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito alla possibile proroga, al 31 dicembre, dello stato di emergenza in scadenza il 31 luglio.