Coronavirus Italia 10 giugno, 2079 casi e 88 morti

La ricerca dell'Istituto PIepoli: lo stress causato da Covid attanaglia il 27% degli italiani, ma in febbraio era al 58%

Firenze, tamponi su appuntamento (New Press Photo)

Firenze, tamponi su appuntamento (New Press Photo)

Roma, 10 giugno 2021 - Sono 2.079 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 2.199. Sono invece 88 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 77. Questi i dati sul contagio forniti dalla Protezione Civile

Ricoveri in calo

Sono 626 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, con un calo di 35 rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 30 (ieri erano stati 24). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 4.153, in calo di 229 unità rispetto a ieri. In isolamento domiciliare ci sono 164.530 persone (-5.362).

Tamponi

Sono 205.335 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 218.738. Il tasso di positività è all'1%, uguale a quello registrato ieri.

Stress in calo tra gli italiani

Riaperture e clima di ripartenza 'distendono' anche i nervi degli italiani. Lo stress, ameno quello causato dal Covid, attanaglia il 27% degli italiani. Ma si tratta di un dato in calo, se si considera che a febbraio, mese in cui è stato più elevato nell'anno, si attestava al 58%. Sono i risultati dell'ultima rilevazione - effettuata tra il 7 e l'8 giugno - dello 'stressometro', l'indagine periodica dell'Ordine degli psicologi, realizzata dall'Istituto Piepoli attraverso 503 interviste a un campione rappresentativo della popolazione italiana. Lo riporta Adnkronos Salute intervistando David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale Ordine degli psicologi (Cnop). Considerando tutti i fattori di stress, comunque, l'emergenza coronavirus resta saldamente in testa alla classifica delle cause per gli italiani, seguita dalla condizione economica (19%), dalla situazione lavorativa (15%), da cause psico-relazionali (12%), dalla condizione di salute (10). In generale, addizionando le diverse cause anche personali, è il 58% degli italiani a sentirsi stressato.

"Si abbassa la paura legata alla pandemia"

"Gli italiani - commenta Lazzari - sono sicuramente meno stressati direttamente dal Covid. C'è meno paura legata alla pandemia. Ma c'è comunque una situazione di malessere molto importane e molto diffusa. Sta accadendo quello che noi immaginavamo, ovvero che con l'arrivo costante dei vaccini e la minore pressione della pandemia sarebbero emerse le altre situazioni di stress che si erano accumulate nel tempo. Stiamo vedendo, infatti, che crescono elementi come la preoccupazione per il lavoro e i problemi psico-relazionali". I 'vecchi' fattori di stress, però, non solo riemergono, ma "sono amplificati dalla pandemia".

Intanto ieri, 9 giugno, si è verificata una nuova risalita dei casi di coronavirus in Italia: 2.199  nuovi positivi contro i 1.896 registrati nelle 24 ore precedenti, secondo il consueto bollettino del Ministero della Salute. Calano i decessi, 77, mentre i guariti sono 8.912. Per quanto riguarda gli attualmente positivi, si evidenzia un calo complessivo di 6.791 attestandosi ad un numero totale di 174.935.  Sono 218.738 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri erano stati 220.917. Il tasso di positività al Covid è all'1%, stabile rispetto allo 0,8% di ieri.

Mortalità record in Italia nel 2020

Nel 2020 la mortalità in Italia è stata la più alta mai registrata dal Dopoguerra in poi. Ad evidenziarlo è il rapporto Istat-Iss sull'impatto del Covid in Italia, secondo il quale nell'anno della pandemia sono stati registrati complessivamente 746.146 decessi, 100.526 in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). Considerando le variazioni nei tassi standardizzati di mortalità, poi, la mortalità ha registrato nel 2020 un aumento del 9%, rispetto alla media del quinquennio 2015-2019; le regioni che riportano aumenti significativamente più alti sono Piemonte, Valle D'Aosta, Lombardia e la Provincia autonoma di Trento.

Il protocollo per le discoteche

Ripartire a luglio in zona bianca con il green pass, ma con eventuali differenziazioni tra esterno o interno. In quest'ultimo caso con con capienza ridotta. È quanto emerso dall'incontro di ieri sera al ministero della Salute tra i gestori delle discoteche e il sottosegretario Andrea Costa. L'obiettivo ora è di ripresentare al Cts un protocollo che contenga queste disposizioni, entro un paio di giorni affinché sia valutato a breve dal Comitato Tecnico Scientifico. Un nuovo protocollo sarà presentato entro un paio di giorni al Cts affinché sia valutato in breve tempo. «La riapertura non può avvenire dall'oggi al domani ma deve essere graduale. Lavoreremo insieme per darci l'obiettivo di riaprire a luglio», chiarisce Costa.

Covid Toscana: i dati del 9 giugno

Le vaccinazioni nelle regioni

Le Regioni continuano ad immunizzare i più giovani con qualsiasi tipo di siero: negli 'eventi vaccinali' appositamente dedicati non si utilizzano soltanto gli Rna (Pfizer e Moderna), ma soprattutto quelli a vettore virale (Astrazeneca e Johnson & Johnson, raccomandati dall'Aifa per gli over 60). La Campania, il Friuli Venezia Giulia e l'Umbria sono quelle che hanno somministrato il maggior numero di dosi ai giovani tra i 20 e i 29 anni, coprendo rispettivamente il 26,1%, 21,8% e 21,3% di questa fascia di popolazione. In questa graduatoria, che comprende anche la province autonome di Trento e di Bolzano, quest'ultima ha raggiunto già il 30,3% mentre la Lombardia è al 20,7%, la Sicilia al 20,3% e la Basilicata al 20%.

L'appello a non vaccinare con Astrazeneca gli under 40

Un gruppo di 24 medici vaccinatori ha però lanciato un appello, dicendosi contrario alla scelta di aprire ai più giovani le vaccinazioni con gli Open day AstraZeneca, «perché la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici, causando anche se raramente complicanze potenzialmente mortali». La loro intenzione - spiegano - è «rafforzare la fiducia nelle Istituzioni ed evitare rischi inutili tra i nostri giovani». Stessi avvertimenti da Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, secondo il quale l'esigenza di vaccinare la popolazione andrebbe contemperata con la possibilità di somministrare, in questo momento, altri tipi di vaccini ai giovani. Con il siero a vettore virale, andrebbe immunizzato «quel 28% di 60-69enni e 17% di 70-79enni che ancora non hanno ricevuto la prima dose di vaccino», aggiunge Francesco Broccolo, virologo dell'Università Bicocca di Milano.

Tre milioni di over 60 senza prima dose

In Italia oltre tre milioni di over 60 invece non hanno ricevuto neppure la prima dose, nonostante siano la fascia più esposta ai rischi letali del Covid. Se da una parte appare fisiologico che su questa classe di età le inoculazioni rallentino con l'avvicinarsi della saturazione delle persone decise a vaccinarsi, restano anche altri problemi: c'è chi non si registra sulle piattaforme per le prenotazioni, né attraverso i numeri telefonici verdi, non chiede informazioni ai propri medici di base o da mesi ancora risente della psicosi sui rischi dovuti agli effetti collaterali. Anche per questo ora si punta a soddisfare la domanda di fasce di popolazione più disponibili, senza le quali il ritmo della campagna rallenterebbe drasticamente

Intanto, i dati Covid di ieri, 8 giugno, facevano segnare 1.896 nuovi casi mentre i decessi sono 102. Continuano a scendere i ricoveri, ieri per la prima volta sotto quota 100: 97. Sono stati 17 gli ingressi del giorno nelle terapie intensive dove sono attualmente ricoverati in tutto 688 pazienti.

 "Alla fine dell'estate avremo l'80% dei vaccinabili immunizzati". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri ai microfoni di 'In vivavoce' su Rai Radio1. "Ora in Italia le persone attualmente vaccinabili sono circa 54 milioni, ottenere l'80% delle persone vaccinabili nella popolazione adulta - ha sottolineato Sileri - più la fascia tra i 12 e i 18 anni, significa aver raggiunto la protezione di comunità. La raggiungeremo. E' chiaro - ha aggiunto il sottosegretario - che purtroppo ci sarà qualcuno che non vuole vaccinarsi e dovremo aiutarlo convincendolo, senza alcun obbligo, della bontà dei vaccini. Ma sono abbastanza sicuro - ha concluso - che per fine luglio avremo questa percentuale che ha ricevuto almeno la prima dose e per settembre, massimo ottobre si completerà il ciclo vaccinale".