
Centri estivi e attività per i bambini (Foto repertorio Germogli)
Firenze, 16 giugno 2025 – Campi solari e attività sportive. Con la chiusura delle scuole scattano nuovi impegni economici per le famiglie. Ci sono però alcuni bonus che consentono di alleggerire il carico. Uno di questi riguarda i centri estivi. Il contributo, però, non è per tutti: spetta esclusivamente ai figli – tra i 3 e i 14 anni – di dipendenti o pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Il rimborso sarà erogato entro il 31 dicembre e può valere fino a 100 euro a settimana (max per 4 settimane) arrivando quindi fino a 400 euro per figlio. La domanda va presentata online all’Inps, attraverso il “Portale prestazioni welfare”, entro le ore 12 del 26 giugno prossimo, con completamento della procedura entro il 15 ottobre. Il contributo è destinato a coprire le spese per attività ricreative, vitto, gite e coperture assicurative obbligatorie, ed è riconosciuto anche per figli adottivi, orfani o in affidamento preadottivo presenti nella Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). L’importo riconosciuto dipenderà dall’Isee familiare e potrà coprire fino al 100% delle spese per chi ha un reddito fino a 8mila euro, scalando poi progressivamente fino al 20% per chi ha Isee superiore ai 56mila euro o non ha presentato la certificazione. Per i giovani con disabilità grave o gravissima è previsto un contributo maggiorato del 50% per le spese di assistenza dedicata.
Un’altra misura introdotta dalla legge di bilancio 2025 è il cosiddetto “bonus extra scuola”, collegato al Fondo Dote Famiglia, pensato per sostenere economicamente le famiglie nell’affrontare le spese legate alle attività extrascolastiche. Il beneficio, pari a 500 euro per ogni figlio sotto i 14 anni, sarà destinato a chi ha un Isee inferiore a 15mila euro. Il fondo servirà a coprire i costi per la partecipazione ad attività educative e ricreative erogate da enti pubblici, privati o del terzo settore. Per le modalità di richiesta si attende il decreto attuativo. Per ricevere il contributo sarà necessario documentare il pagamento delle attività svolte dai minori, presentare ricevute fiscali e certificare l’idoneità dell’ente organizzatore. Il bonus non è incompatibile con altre misure di sostegno e potrà quindi essere cumulato con altri benefici economici.
Anche per il 2025 è poi possibile richiedere la Carta della cultura giovani e la Carta del merito, due buoni da 550 euro ciascuno e cumulabili tra loro da spendere in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, strumenti musicali, corsi, e così via. La Carta della cultura giovani è destinata ai diciottenni appartenenti a un nucleo familiare con Isee non superiore a 35mila mila euro. La Carta del merito va invece ai diplomati delle superiori che abbiano conseguito un punteggio di almeno 100/100 alla maturità. Entrambi vanno richiesti entro il 30 giugno. Info: www.cartegiovani.cultura.gov.it.
Spese scolastiche: tasse, mensa e gite. L’importo detraibile sale da 800 a 1000 euro
Oltre ai bonus diretti, le famiglie possono contare anche sulle detrazioni fiscali per le spese scolastiche, che sono state ampliate dall’ultima legge di bilancio. Valgono per le spese che saranno effettuate nel 2025, anche se saranno poi inserite nella dichiarazione dei redditi 2026. Il tetto massimo detraibile per ciascun alunno è stato infatti innalzato da 800 a 1.000 euro, riguardando le spese sostenute per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo ciclo d’istruzione e delle scuole secondarie di secondo grado, anche paritarie. La detrazione è pari al 19% dell’importo. Rientrano nella detrazione le tasse di iscrizione e frequenza, i contributi obbligatori e volontari richiesti dalle scuole, i costi di mensa, pre e post scuola anche se gestiti da enti esterni, le gite scolastiche, le coperture assicurative e tutte le attività extracurricolari organizzate direttamente dagli istituti. Anche il trasporto scolastico può essere incluso, sia se fornito dalla scuola che attraverso abbonamenti al trasporto pubblico locale. Restano invece escluse dal beneficio fiscale le spese per libri, quaderni e materiale didattico. Per quanto riguarda gli altri livelli di istruzione, la detrazione per gli asili nido ha un tetto massimo di 632 euro annui, corrispondente ad un massimo detraibile di circa 120 euro. Per l’università pubblica non ci sono limiti di spesa, mentre per le università private la detrazione è vincolata ai tetti fissati dal ministero dell’Università e della Ricerca, variabili a seconda dell’area geografica e del tipo di corso.
“Assegno unico“, come avere gli arretrati in caso di variazioni
A partire dal 20 giugno è in pagamento la mensilità dell’assegno unico universale, il contributo destinato a tutte le famiglie con figli a carico fino a 21 anni o senza limiti di età per i figli con disabilità. L’importo sarà accreditato entro il 30 giugno anche per chi ha presentato una nuova domanda lo scorso mese o in caso di conguaglio, a credito o a debito. Entro il 30 giugno 2025 chi già riceve l’assegno non deve inoltrare una nuova richiesta, ma aggiornare l’Isee presentando una nuova Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) all’Inps, altrimenti l’importo erogato sarà quello minimo, pari a 57 euro. La Dsu può essere presentata tramite Caf oppure online, sul portale Inps. Attenzione: per non perdere gli arretrati da marzo a giugno 2025, l’Isee deve essere presentato entro il 30 giugno. Se dopo l’aggiornamento dell’Isee spettano somme arretrate, queste verranno poi recuperate e accreditate. Per il 2025 l’importo base dell’assegno, rivalutato dello 0,8%, varia da un minimo di 57,50 euro, per chi non presenta Isee o supera i 45.939,56 euro, ad un massimo di 201 euro per le famiglie con Isee inferiore a 17.227,33 euro. La prestazione Inps può essere richiesta a partire dal settimo mese di gravidanza e accompagna i figli fino alla maggiore età e oltre, se proseguono gli studi o in caso di disabilità. Nel caso di decesso del genitore richiedente, l’altro genitore può subentrare anche se non indicato nella domanda iniziale, a condizione che lo faccia entro un anno. Se anche il genitore superstite è lavoratore o pensionato, può ottenere una maggiorazione dell’importo fino a cinque anni.