Firenze, 6 marzo 2024 – Far sentire il dolore muto e senza tempo della Madonna della Pietà vaticana e la forza interiore del David. Entrando nella Cappella Sistina, far provare anche ai visitatori di oggi, la stessa vertigine provata da Raffaello di fronte al gesto assoluto che unisce e allontana Dio e l'Uomo. Far provare l'energia che la pietra trasmette ai Prigioni, al Mosè, all'estremo abbraccio tra la madre e il figlio nella Pietà Rondanini. C’è riuscito Michelangelo Buonarroti, che dopo aver studiato e rivoluzionato la lezione dei maestri del passato - Masaccio, Donatello, Antonello da Messina -, si è confrontato con gli artisti coevi - Niccolò dell'Arca, Bellini, Mantegna -, dialogando con i pittori e scultori successivi su cui eserciterà la sua influenza, dai manieristi che ne subiranno il mito a Tiziano, Caravaggio, Picasso, Pollock, fino all'arte contemporanea. Inizia il 6 marzo del 1475 la parabola di un artista predestinato - narrata da Vasari nelle Vite con l'ammirazione che già suscitava nei contemporanei - capace di realizzare tra Firenze, Bologna e Roma una sequenza di capolavori che lo affermano come un maestro assoluto, venerato, copiato, ammirato per tutti i secoli a venire, fino ai giorni nostri. Un genio che, nello stupore della bellezza, si è spinto a indagare le ombre della sua personalità inquieta, mostrando al mondo l'anima dell'uomo. Nelle sue opere infatti non c'è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d'animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento. Sono tante le curiosità su questo genio assoluto che arrivò a scrivere di suo pugno anche due autobiografie. Per essere stato affidato da piccolo ad una balia che era moglie di uno scalpellino, diceva di essere stato allevato a “latte e marmo”. Di carattere irascibile, un pugno ricevuto in una lite gli ruppe il naso, che lo fece rimanere deturpato in volto per tutta la vita. Aveva un caratteraccio, tanto che arrivò persino a cacciare più volte in malo modo Papa Giulio II dalla Cappella Sistina, quando questi gli chiedeva di vedere come procedevano i lavori. A dispetto della sua fama, vestiva in modo trasandato, non si concedeva mai un lusso e non si sposò mai. Tuttavia per badare ai fratelli, che smisero di disprezzarlo solo quando iniziarono a spillargli il denaro, si fece sempre in quattro. Lavorò fino all’ultimo giorno della sua lunga vita senza vedere mai terminata la Cupola di San Pietro. Riuscì a scolpire quel capolavoro che è il David su un marmo difettoso dove altri scultori, prima di lui, avevano provato e gettato la spugna, convinti che quel blocco di fragile pietra fosse inutile e inutilizzabile. Quando posava i pennelli, scriveva poesie indirizzate a diversi uomini, soprattutto a Tommaso Dei Cavalieri, suo grande amore non corrisposto (“A che più debb’io mai l’intensa voglia”). Altri sonetti li pensò per una nobildonna vedova, Vittoria Colonna, alla quale dedicò la poesia “Veggio co’ bei vostri occhi un dolce lume”, intitolandole anche una misteriosa Crocifissione. Tra i tanti capolavori partoriti dal suo genio, firmò un’opera soltanto, la Pietà in San Pietro: per esser certo che non venisse attribuita ad un altro artista, scolpì il suo nome sulla fascia che attraversa il petto della Vergine. Proprio il 6 marzo, giorno del compleanno di Michelangelo, nel 2017 si è costituita l'Associazione degli Amici della Galleria dell'Accademia di Firenze presieduta da Fausto Calderai. Per festeggiare queste due ricorrenze, oggi la Galleria e gli Amici invitano a una serata speciale per i soci e per chi volesse farne parte. Per l’occasione è stata infatti organizzata un'apertura straordinaria della Galleria dell’Accademia di Firenze, la ‘casa’ del David, dalle ore 19 alle 22 per tutti i soci, vecchi e nuovi. La serata sarà introdotta dal direttore Cecilie Hollberg, seguirà una visita esclusiva alla mostra ‘Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino’ (prorogata fino al 14 aprile), con Elvira Altiero, Funzionario Storico dell'arte, responsabile del dipartimento storico-artistico della Galleria dell’Accademia di Firenze, e con Nelda Damiano, Pierre Daura Curator of European Art, Georgia Museum of Art, University of Georgia, che hanno curato l’esposizione insieme a Cecilie Hollberg e Simone Giordani, Docente di Storia dell’arte, specialista di Pier Francesco Foschi. La partecipazione è riservata ai soci dell'Associazione, ma è possibile associarsi online sul sito degli Amici della Galleria dell’Accademia di Firenze (Friends of David) o direttamente oggi all'entrata della Galleria. I soci dell’Associazione hanno l’entrata in Galleria, gratuita e prioritaria, valida per un anno e molti altri benefit.
Nasce oggi
Gabriel García Márquez nato il 6 marzo del 1927 ad Aracataca, in Colombia. Esce oggi il romanzo postumo dello scrittore 'Nos vemos en agosto' (Ci vediamo ad agosto'), nelle librerie mondiali, in coincidenza con la data di nascita del premio Nobel per la letteratura, morto dieci anni fa, il 17 aprile 2014, a Città del Messico. Confermandone l'uscita, annunciata alla Buchmesse nell'ottobre scorso, l'editore ha anticipato che tratta della vita di una donna, di nome Ana Magdalena Bach, che cambia "una notte all'anno", nel bel mezzo delle visite alla tomba di sua madre. L'opera che era tra i documenti e le fotografie che la famiglia dello scrittore vendette all'Harry Ransom Center in Texas, si dice infine, è "un regalo inaspettato per gli innumerevoli lettori del Premio Nobel colombiano". Una celebre frase scritta da Márquez recita così: “Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé.”