MONICA PIERACCINI
Cronaca

Cadaveri senza un nome, in Toscana 52 corpi mai identificati: Firenze al primo posto

Nessuno è mai andato a reclamarli. I dati rivelati nell’ultimo report del commissario straordinario del governo per le persone scomparse

Cadaveri senza un nome, in Toscana 52 corpi mai identificata (foto repertorio Ansa)

Cadaveri senza un nome, in Toscana 52 corpi mai identificata (foto repertorio Ansa)

Firenze, 21 maggio 2025 – Sono 1.108 i cadaveri non identificati in Italia al 30 aprile 2025. Corpi senza un nome, trovati lungo i binari ferroviari, nelle baracche, nei boschi, sulle sponde dei fiumi, negli ospedali e in case abbandonate. E che nessuno è mai andato a reclamare. Lo rivela l’ultimo report del commissario straordinario del governo per le persone scomparse, diffuso dall’agenzia Adnkronos.

Tra le regioni coinvolte da questa emergenza silenziosa c’è anche la Toscana, che ha sottoscritto il protocollo nazionale per facilitare l’identificazione dei cadaveri non riconosciuti. Nella nostra regione, secondo il censimento aggiornato al 30 aprile, sono 52 i corpi senza nome.

Firenze guida la triste classifica con 16 cadaveri non identificati. Seguono Pisa (10), Livorno (8), Lucca (6), Grosseto (5), Arezzo (3), Massa Carrara (2) e Prato (2). Solo in 14 casi è stato autorizzato il prelievo del campione biologico per l'inserimento nella banca dati nazionale del Dna. In 21 casi i corpi presentavano segni particolari e in 14 sono stati trovati effetti personali, che però non hanno permesso di risalire all'identità.

Anche la Liguria partecipa al protocollo. E nella provincia di La Spezia, secondo il report, sono 3 i corpi non identificati. Nella regione sono in tutto 41, con il numero più alto a Genova (15). A La Spezia, come nelle altre province liguri, si sta lavorando per completare il censimento genetico: su 10 Dna prelevati, solo 4 sono stati finora inseriti nella banca dati.

Il prefetto Saverio Ordine commissario straordinario per le persone scomparse ha firmato il protocollo operativo anche con la Regione Sardegna, portando a nove il numero delle regioni che aderiscono alla sperimentazione. L’obiettivo è evitare che i corpi restino sepolti senza autopsia né prelievo biologico.

Il vicequestore Angelo Casto, dell’ufficio del Commissario straordinario, ha spiegato all’Adnkronos che “l’obiettivo è estendere questa iniziativa a tutte le Regioni, creando le basi per un protocollo nazionale unificato. I protocolli stabiliscono procedure chiare per l’acquisizione da parte delle forze di polizia di campioni biologici da persone scomparse o cadaveri non identificati. I campioni vengono poi inseriti, previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nella banca dati del Dna del Ministero dell’Interno. L’alimentazione costante di questa banca dati è cruciale per dare un volto ai cadaveri senza nome”.

Quando viene ritrovato un corpo non identificato, il prelievo biologico deve essere conservato e la segnalazione inoltrata alla Procura, che è l’unica autorità abilitata a dare il via libera all’inserimento nella banca dati. Un passaggio fondamentale per attivare i controlli incrociati e rendere possibile un eventuale riconoscimento.