DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Centenario di don Milani, l’appello ai giovani: "La coscienza resti libera"

Firenze, le parole del cardinale Giuseppe Betori subito dopo la marcia. L’ex ministra Bindi: "La democrazia è la vera sentinella dei nostri diritti"

I ragazzi dell’associazionismo cattolico e laico intervenuti ieri a Vicchio (foto Germogli)

I ragazzi dell’associazionismo cattolico e laico intervenuti ieri a Vicchio (foto Germogli)

Vicchio (Firenze), 27 maggio 2024 - "All’inizio eravamo titubanti perché temevamo che il centenario si risolvesse in una celebrazione, che don Lorenzo non voleva. E invece non è stato così: abbiamo realizzato centinaia di incontri nelle scuole e riscoperto l’attualità della lezione del Priore. Ed è il risultato più imporante". La pensa così Agostino Burberi, uno dei primi allievi di don Milani alla scuola di Barbiana a conclusione delle iniziative. Erano in tanti ieri, davanti alla pieve e alla canonica per condividere emozioni e contenuti più attuali che mai. "Vi consegniamo la Costituzione perché il futuro è la Costituzione e dobbiamo coltivare quel patriottismo costituzionale di cui ha bisogno il Paese" ha esordito Rosy Bindi, presidente del Comitato nazionale, davanti a decine di ragazzi e i giovani dell’associazionismo laico e cattolico. Con lei il cardinale Giuseppe Betori, il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, le istituzioni e i rappresentanti delle associazioni che sono intervenuti nel corso della manifestazione, al termine della marcia di Barbiana. Bindi ha ringraziato i tre enti promotori – la Fondazione don Lorenzo Milani, l’istituzione don Milani di Vicchio, il gruppo don Milani di Calenzano – e quanti hanno contribuito alla riuscita del centenario. In particolare ha poi ringraziato "tutti i suoi ex allievi, a partire da Michele Gesualdi fino ad Agostino Burberi, che sono stati in questi anni custodi di questo luogo".

Per Bindi si sta tornando indietro "nel diritto alla scuola, al lavoro, alla salute. Nei diritti di sciopero e di critica. Stiamo tornando indietro sui poveri che oggi sono anche i migranti che non vengono accolti". Per questo Bindi ha messo in guardia dalle modifiche costituzionali che mettono in discussione "il nostro modello di democrazia, fondata sulla centralità del Parlamento, sui poteri del capo dello Stato, sul ruolo della Consulta. Questa democrazia è la sentinella vera dei nostri diritti. Smantellare la seconda parte della Costituzione significa mettere a rischio i diritti e le libertà riconosciuti nella prima parte".

Anche Zagrebelsky si è rivolto ai giovani "liberatevi dalle mode, dal conformismo, coltivate la vostra originalità, non abbiate paura di rompere le scatole, di ribellarvi all’omologazione. Siate costruttivi e dialettici". Zagrebelsky ha quindi ricordato il processo subìto da don Milani per aver difeso l’obiezione di coscienza al servizio militare: "Ci sono dei casi in cui la non osservanza di una legge ingiusta, che non rispetta i diritti dei più deboli, è un atto di fedeltà alla Costituzione. Vivere la Costituzione – ha concluso – presuppone che si corrano dei rischi e ci si assuma una responsabilità".

Betori ha evidenziato tra gli applausi "la ricerca di assoluto che muove tutta l’esistenza di don Milani, prete fedele al Vangelo, impegnato a educare i suoi ragazzi allo sviluppo di una coscienza libera". Il cardinale ha ricordato le parole milaniane più ricorrenti: "Libertà, responsabilità, bene comune racchiuse nel motto ’I care’".