REDAZIONE CRONACA

Caso Iene: 8 mesi alla commercialista, il sollievo dei clienti

Evitato il risco prescrizione con la sentenza al tribunale di Arezzo. La felicità degli ex clienti: "Così potremo chiedere i soldi delle sanzioni all'Agenzia delle entrate. Finisce un incubo"

golia

Arezzo, 23 gennaio 2016 - Caso Iene: 8 mesi alla commercialista smascherata nel 2013 dal programma di Italia1 e risarcimento di qualche migliaia di euro. Spiccioli in confronto a quello che hanno sborsato gli ex clienti della ragioniera che si era scordata di effettuare la dichiarazione dei redditi ai suoi assistiti col risultato di renderli evasori al fisco. Con l'Agenzia delle entrate che li aveva condannati a sanzioni salatissime. Evitato intanto per ora il risco prescrizione con la sentenza al tribunale. La felicità degli ex clienti: "Così potremo chiedere indietro i soldi delle sanzioni. Finisce un incubo". La corsa contro il tempo si è conclusa. Era quello che si auguravano gli evasori inconsapevoli che speravano nella sentenza definitiva del processo alla ex commercialista smascherata dalle Iene. Condannata a 8 mesi per falso. 

Il nuovo giudice ha riascoltato per intero tutti i testimoni, dagli ex clienti della ragioniera ai funzionari delle entrate, e scritto una prima parola netta sulla vicenda. «Speravamo in una sentenza altrimenti i fatti sarebbero caduti in prescrizione. Siamo felici, finsce un incubo dopo 4 anni», dice Riccardo Forzoni una delle vittime. Anche le Iene sono tornate in città per registrare un servizio sull’argomento. Ma probabilmente non andrà mai in onda. Ci sarebbe andato se l’iter legale si fosse fermato per la prescrizione.

La prima volta le Iene avevano fatto incursione in città nel 2013, quando Giulio Golia si era messo sulle tracce della commercialista. La sentenza doveva arrivare a luglio scorso. Gli ex clienti della ragioniera avevano chiamato in città l’inviato di Italia1, dopo aver ricevuto cartelle esattoriali da capogiro per importi fino a 200mila euro l’una. Ai clienti la donna non aveva effettuato la dichiarazione dei redditi, rendendoli evasori per lo Stato.

Il capo d’accusa contro Nadia Barneschi sarebbe quello di aver falsificato le firme dell’allora dirigente dell’agenzia delle Entrate per coprire il mancato invio delle dichiarazioni. Nadia Barneschi era già stata condannata per l’Istituto Thevenin e un ammanco da circa 243 mila euro a due anni e sei mesi.