MICHELE BUFALINO
Cronaca

Sulle tracce della maxi eredità. Il cane miliardario che fa impazzire gli americani

Il colosso dello streaming si è innamorato della vicenda che partì da Pisa a metà anni Novanta. Dal calcio ai mass media, i mille fronti dell’eccentrico Maurizio Mian e della sua vita da film

Maurizio Mian con il cane pastore tedesco che interpreta Gunther IV nella serie Netflix

Pisa, 6 gennaio 2023 - Tra storia e leggenda, romanzo e verità torna di moda la vicenda del cane Gunther, il cane che divenne famoso a cavallo tra gli anni ‘90 e il 2000 per essere stato raccontato dal suo eclettico proprietario come il destinatario di una immensa eredità e quindi grande protagonista di maxi-investimenti in club sportivi, tra cui l’ex Pisa Calcio, e in mezzi di informazione come il quotidiano L’Unità. La storia è stranota e anche un po’ datata ma ora è tornata d’attualità diventando una miniserie tv su Netflix in 4 episodi da circa un’ora ciascuno, che sarà visibile al pubblico a partire dal primo febbraio. La piattaforma streaming la presenta così: «Un cane con un fondo fiduciario non è la parte più strana della storia. Anche l’eccentrico custode di Gunther ha trascorso una vita lussuosa con un entourage di seguaci". 

Il protagonista infatti, più che il cane Gunther, è lo scoppiettante milionario pisano Maurizio Mian, farmacologo e rampollo della famiglia Gentili, figlio del professor Eneo Mian, uno dei padri fondatori della dermatologia italiana. Dal matrimonio con Gabriella Gentili, comproprietaria e direttrice dell’Istituto Gentili, nacque Maurizo, anch’egli medico, farmacologo e ricercatore. Col tempo Mian ha dato il via a quella che parte della stampa internazionale ha definito "una leggenda metropolitana". Gunther IV, "purissimo pastore tedesco", venne infatti presentato come l’erede di un patrimonio lasciatogli dalla sua padrona, la contessa tedesca Carlotta Liebenstein, morta nel 1991. Una delle condizioni del testamento era che, entro il 1994, con parte di quella fortuna fosse acquistata una squadra sportiva. Fu così che venne feffettuato un tentativo per acquistare la CentroMatic Prato di Volley nel 1993, ma purtroppo la squadra fallì al termine del torneo successivo. Secondo la storia, il padre di Mian, Eneo, aveva guarito il cane Gunther da una malattia delle pelle e a titolo di ringraziamento gli fu lasciato un patrimonio di oltre 400 milioni di euro da parte della contessa. Da lì la leggenda, l’acquisto di squadre sportive in difficoltà, tra cui il Pisa Calcio agli inizi degli anni 2000 e, prima ancora le sponsorizzazioni dell’Agliana (calcio femminile) nel 1995, lo sponsor del Verona Cf e ancora i tentativi con il Pontedera, il Genoa, la Carrarese con Gigi Buffon e, negli ultimi anni, la Salernitana, oltre all’acquisto del Krumkachy Mink in Bielorussia assieme a Vitaly Kutuzov.

Contattato da La Nazione, Mian ha svelato qualche piccolo retroscena della serie tv. "Si tratta di una produzione Netflix, un documentario per il quale siamo stati contattati tra il 2020 e il 2021, quando è iniziata la produzione, dopo che la stessa Netflix aveva cercato tra vecchie storie e archivi. Non l’ho ancora vista e sul contenuto c’è molta riservatezza, ma sicuramente il mio lato eccentrico emergerà in maniera chiara. Ciò che posso dire è che la serie sta seguendo il filone di molte storie revival del passato, come ad esempio quella dell’Isola delle Rose". Le riprese si sono svolte fra Stati Uniti, Italia e Lussemburgo, in cerca del fantomatico certificato di morte della contessa Liebenstein. 

Tra i set anche la famosa ex residenza di Madonna a Miami, acquistata da Mian e Gunther alla cifra di 7,5 milioni di dollari versati alla rockstar. La dinastia del pastore tedesco è arrivata fino a Gunther VI mentre la villa di Miami è stata venduta per 32 milioni di dollari nel 2021. La stessa Madonna, tra i suoi post su instagram, in passato commentò così l’episodio: "Quando scopri che un cane sta vendendo la tua vecchia casa per tre volte la somma per cui l’hai venduta!". Tra gli archivisti coinvolti nel progetto anche Fiammetta Luino che ha lavorato per il docufilm "Diego Maradona" in concorso a Cannes nel 2019.