Allarme artigiani: 30mila senza soldi. Ancora niente ’cassa’, tutti in piazza

La beffa della burocrazia blocca l’erogazione dei contributi. I sindacati: "C’è chi minaccia gesti estremi"

Allarme artigiani, ancora niente cassa

Allarme artigiani, ancora niente cassa

Firenze, 28 settembre 2020 - È da inizio maggio che non vedono un centesimo e adesso qualcuno di loro minaccia di arrivare a compiere gesti estremi. I lavoratori del settore artigiano sono in fortissima sofferenza. Non ce la fanno più. Hanno messo mano ai risparmi e alla pazienza. Tutto finito. "Tutto a causa delle lentezze burocratiche e dei ritardi nell’erogazione dei fondi", l’accusa che arriva da Mirko Lami, segretario regionale Cgil, Ciro Recce, segretario generale aggiunto Cisl Toscana, e da Mario Catalini, coordinatore Uil lavoratori dell’artigianato e presidente Ebret, l’ente bilaterale dell’artigianato toscana. Nella nostra regione, sono 30mila i lavoratori in affanno. Senza reddito da inizio maggio, non sanno più come fare. "Ci arrivano mail dal contenuto tragico. C’è anche chi minaccia il suicidio, se non verrà trovata una soluzione al più presto - dice Catalini -. Non è più possibile andare avanti così. La parola d’ordine deve essere ‘semplificazione’. Sblocchiamo subito le risorse a disposizione per dare un po’ ossigeno agli artigiani". I sindacati sono pronti a portare in piazza i lavoratori del settore entro i primi dieci giorni di ottobre. Pensare che i fondi sono già stati autorizzati dalla Corte dei Conti, ma che il governo ancora non li eroga. Se in un primo tempo i soldi sono arrivati rapidamente, poi il meccanismo si è inceppato. L’erogazione degli ammortizzatori sociali per il settore artigiano passa attraverso il fondo nazionale Fsba, fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, che in un primo tempo ha fatto fronte alle richieste con risorse proprie, ma che poi ha dovuto attendere l’arrivo dei fondi stanziati dal governo. Una prima tranche è stata erogata alla fine di giugno. Grazie a quella, nella nostra regione si è riusciti a coprire le necessità di 100mila lavoratori, distribuiti tra 29mila aziende, ma solo fino ai primi giorni di maggio. Dalla fine del lockdown, sono rimasti in ‘cassa integrazione’ oltre 30mila lavoratori artigiani. E nessuno di loro ha più avuto un euro. La Corte dei Conti ha sbloccato i fondi. Ed il governo deve trasferirli ad Fsba, il quale a sua volta li ‘girerà’ ai lavoratori. Sulla carta, tutto bene. Ma, nella pratica, la lentezza burocratica impedisce che ai lavoratori venga versato quanto dovuto. "Ci siamo rivolti anche al prefetto di Firenze, Laura Lega, che ci ha assicurato che parlerà del problema col presidente del consiglio, Giuseppe Conte - ha detto Lami -. Invitiamo il governo ad agire in fretta. È il momento di mettere una buona volta da parte la burocrazia. La situazione è drammatica. Facciamo alla svelta, prima che sia troppo tardi". «Semplifichiamo la procedura e programmiamo con certezza l’erogazione dei fondi", ha aggiunto Recce. E Catalini: "Noi abbiamo fatto davvero il possibile. Pensate che abbiamo pure assunto tre persone in più per gestire le pratiche. Se i soldi arrivassero, saremmo in grado di pagare, subito, fino alle mensilità di luglio". L‘obiettivo, dei sindacati, è quello di far arrivare in tasca ai lavoratori quanto di loro spettanza entro questo mese di settembre. "E se non dovesse succedere saranno messe in campo iniziative di impatto" annunciano. E la manifestazione sarà rumorosa e partecipata. Parola di trentamila artigiani.