Sangue, appello di Fratres Toscana: "Servono donatori, molti sono bloccati dal Covid"

"La situazione in questo momento è molto critica, mancano tutti i gruppi sanguigni in particolare i negativi"

Donatori Fratres (foto di repertorio)

Donatori Fratres (foto di repertorio)

Firenze, 17 gennaio 2022 - Appello di Fratres Toscana a donare il sangue, «la situazione in questo momento è molto critica, mancano tutti i gruppi sanguigni in particolare i negativi», afferma il presidente Claudio Zecchi.

«C'è necessità di sangue, così come di plasma, per assicurare gli interventi chirurgici programmati e la continuità delle cure». «In questo momento - aggiunge - ci sono molti donatori e donatrici positivi oppure in quarantena, motivo per il quale diventa ancora più difficile far fronte alle necessità giornaliere: da una parte i globuli rossi, utili ogni giorno negli ospedali per gli interventi chirurgici che necessitano di sangue come nelle emergenze, le terapie oncoematologiche, per i pazienti talassemici, dall'altra il plasma da cui derivano i plasmaderivati per le persone con deficit coagulativi o deficit delle immunoglobuline».

Zecchi spiega che l'emergenza è a livello nazionale e la Toscana, «così come altre regioni, si è già rivolta al sistema di compensazione interregionale per far fronte all'emergenza. È fondamentale recarsi nei centri trasfusionali e garantire continuità e flusso adeguato al sistema sanitario. Il nostro appello è rivolto anche ai giovani, affinchè diventino donatori per rafforzare questa rete, iniziare il percorso della donazione, compiere un gesto importantissimo per tutti coloro che hanno bisogno».

Nel 2021, si ricorda infine, «le donazioni della Fratres Toscana sono state 63.102, pari al + 0,6% rispetto al 2020. Abbiamo fatto circa 2000 donazioni in meno di plasma perché nei periodi di grave carenza di emazie, i donatori che abitualmente donano plasma sono stati invitati a donare sangue intero ma adesso è necessario un ulteriore sforzo per rispondere a questa grave carenza che sta mettendo a rischio anche l'attività nelle sale operatorie».