Oasi delle api: un progetto green promosso dal Soroptimist Firenze

Consegnate ieri pomeriggio 30 arnie all'associazione AgriCult, che promuove incontri legati alla cultura e all’ambiente. Ospiti Beniamino Gioli ed Elena Dilaghi Pestellini

Il momento della consegna delle arnie

Il momento della consegna delle arnie

Firenze, 28 maggio 2022- Per le socie del Soroptimist International la difesa dell’ambiente è un tema di particolare importanza, cui vengono dedicati impegno e attenzioni. In Italia sono molti i Club che hanno adottato per esempio il progetto “Oasi delle api”, che prevede l’installazione e cura di arnie, la diretta collaborazione con apicoltori del territorio e l'organizzazione di attività didattiche orientate alla difesa e alla cura della natura. “Si tratta di una mission -spiegano le socie-, perfettamente in linea con l'attività svolta dal primo Club Soroptimist mondiale negli Stati Uniti, che si adoperò con forza per ostacolare vittoriosamente l’abbattimento di un grande bosco di sequoie, nel lontano 1921”. Anche il Club Soroptimist Firenze ha voluto sposare questo prezioso progetto di tutela ambientale e proprio ieri, nella bellissima campagna di via delle Campora, nel contesto di un’Area Biologica adatta a colture protette, ha installato trenta arnie ospitate presso AgriCult, Associazione che promuove incontri legati alla cultura e all’ambiente.

“Le api hanno un’origine antichissima -spiega Gel Egger, presidente del Soroptimist Club Firenze-: una pittura rupestre risalente a circa 12 mila anni fa è la più antica testimonianza del rapporto uomo-api, ma loro ronzavano già sulla terra da molto prima. È così che il meraviglioso mondo delle api è stato svelato, con l’illustrazione da parte di una esperta apicultrice sulla nascita del miele, importantissima fonte di energia, la sua funzione dolcificante e conservativa, le preziose proprietà antisettiche e il potere antinfiammatorio, fino a dimostrare la responsabilità di questi operosissimi insetti nel processo di impollinazione che consente alle specie vegetali di proliferare. La famosa frase pronunciata o attribuita a Albert Einstein -continua la Presidente- che profetizzava appena quattro anni di vita della specie umana nel caso della scomparsa delle api, sta alla base del fondamentale rapporto fra queste instancabili lavoratrici e l’equilibrio ambientale. Sorprendente è il riferimento al rapporto numerico fra un barattolo di miele e le cifre per la sua produzione. Per ottenere 500 grammi di miele alle api è necessario visitare più di 13 milioni di fiori, prelevandone il nettare, e in tal modo attuando il servizio di impollinazione, percorrendo in volo più di 81.000 kilometri, cifra che supera il doppio della circonferenza terrestre”. Ospiti dell'evento sono stati Beniamino Gioli, dirigente dell'Istituto di Bioeconomia CNR, che ha parlato di “Clima e agricoltura”, ed Elena Dilaghi Pestellini, già responsabile Didattica e Divulgazione della Società Astronomica Italiana, che ha introdotto il tema “Le api e le onde elettromagnetiche”. “Il rapporto fra clima e agricoltura richiede oggi misure particolari dal momento che il cambiamento climatico influisce sempre più sulla quantità della produzione alimentare e d’altra parte l’agricoltura ha un impatto significativo sull’ambiente e sul clima -sono le parole di Beniamino Gioli-. Le emissioni di gas serra costituiscono impatti ambientali che devono essere ridotti e al contempo occorre aumentare la produttività, diminuire i fertilizzanti chimici e dissuadere dal consumo di cibi che comportano l’uso intensivo di risorse e la produzione di gas serra. Si lavora oggi alla predisposizione di misure con cui ridurre le emissioni adottando pratiche ecologiche e accrescendo la capacità del suolo e delle foreste di assorbire il carbonio. È possibile così combinare colture, consentendo la rigenerazione dei terreni e quindi il miglioramento in termini quantitativi e qualitativi delle colture stesse”. Dopo aver introdotto le onde elettromagnetiche, considerando quelle prodotte da centrali elettriche, antenne, trasmissioni televisive, cellulari etc, Elena Dilaghi Pestellini ha invece analizzato le basse frequenze come 4/ 5 G. “Nel grasso corporeo delle api sono presenti cristalli di magnetite disturbati nell’orientamento da campi elettrici e magnetici. Le api in genere hanno campi elettrici positivi, I fiori negativi, quindi al momento dell’impollinazione I campi si neutralizzano e le api sanno che il contatto è già, avvenuto. Ci sono varie ipotesi contrastanti ed incerte, dovute a diverse scuole di pensiero, riguardo a queste interazioni”.