Ambiente, l’Arpat promuove la Toscana. Ma occhio allo smog

Presentato il consueto annuario dei dati ambientali: nel complesso positivo, ma con qualche criticità

Ambiente in Toscana

Ambiente in Toscana

Firenze, 10 ottobre 2019 – L’ambiente in Toscana gode di buona salute, a parte qualche criticità. È quanto emerge dall’annuario Arpat, ormai giunto alla sua ottava edizione, che raccoglie quest’anno più di 90 indicatori che rappresentano lo stato dell’ambiente a livello regionale. Per quanto riguarda la qualità dell’aria nel 2018, i 23 indicatori presentano una situazione nel complesso positiva per la qualità dell’aria nel 2018. Come nel passato, rimangono alcune criticità per tre inquinanti (Pm10, ossidi di azoto e ozono), pur con un trend positivo relativamente ai primi due inquinanti. Nel 2018 il limite dei 35 superamenti della media giornaliera del Pm10 non è stato rispettato nella sola stazione di fondo di Lucca-Capannori. La criticità per il rispetto del limite sulla media annuale di biossido di azoto si è confermata soltanto per la stazione di traffico Firenze-Gramsci. Per quanto riguarda l’ozono, il limite per la protezione della popolazione non è stato rispettato nel 60% dei siti.

Per quanto riguarda lo stato di fiumi, laghi, mare, acque sotterranee, complessivamente, il 40% dei fiumi toscani raggiunge nel triennio 2016-2018 l’obiettivo di qualità ecologica buona/elevata (nel triennio precedente la percentuale era del 29%); relativamente allo stato chimico il 63% è in stato buono (in crescita rispetto al 51% del triennio precedente). Il 70% delle acque sotterranee registra, nel 2018, uno stato chimico buono. È proseguita anche nel 2018 la ricerca di Pfas in acqua e biota, ovvero specie tipiche di pesci in fiumi e acque di transizione, su un numero selezionato di stazioni in acque superficiali esotterranee. Il 92% delle stazioni monitorate ha registrato presenza di Pfas in concentrazioni misurabili. Relativamente ai fitofarmaci, il 79% delle stazioni - in acque superficiali e sotterranee - monitorate per queste sostanze ha registrato la presenza di fitofarmaci in concentrazioni misurabili. Tutte le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile nel triennio 2016-2018 presentano criticità, come avviene ormai dal 2004. Non è buono neanche lo stato chimico delle acque marino costiero nel triennio 2016-2018; nella matrice acqua il basso livello di qualità ambientale è legato alla presenza di alte concentrazioni di tributilstagno e in alcuni casi di mercurio e benzo[a]pirene.

Migliore lo stato ecologico, tutti i corpi idrici indagati nel triennio di riferimento risultano infatti in stato elevato o buono ad eccezione di Costa di Rosignano e Costa Albegna che risultano in classe sufficiente. La qualità delle acque di balneazione nel 2018 si è mantenuta ad un livello eccellente, con oltre il 97% delle aree che si collocano in questa classe (nel 2017 erano il 93%). Ogni stagione (da aprile a settembre). Sono 164 i nuovi procedimenti di bonifica attivati, a marzo 2019. In termini di numero e superfici sono le attività industriali ad aver maggiormente determinato la necessità di attivazione di un procedimento di bonifica. A fronte dell’incremento costante dei siti interessati da procedimento di bonifica, si registrano 1753 siti con procedimento chiuso per non necessità di intervento (a marzo 2018 erano 1648) e 411 certificazioni di avvenuta bonifica (a marzo 2018 erano 402).  Come nell’edizione precedente, l’Annuario riporta i dati sui rifiuti urbani, riferiti al 2017 e forniti da ARRR: la produzione di rifiuti per abitante in Toscana è pari a 599 kg (in calo rispetto ai 617 kg del 2016), la percentuale di raccolta differenziata si attesta, a livello regionale, al 54%, in aumento rispetto al 51% del precedente anno ma ancora distante dall’obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012. Quanto al consumo di suolo, secondo i dati del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, al 2018 in Toscana risulta consumato il 7,1% di suolo, con un incremento dello 0,14% rispetto al precedente anno.

Per quanto riguarda l’inquinamento acustico ed elettromagnetico, il controllo ed il monitoraggio del rumore generato dalle infrastrutture di trasporto (soprattutto strade), effettuati nel 2018, confermano il clima acustico registrato negli anni passati, con un 66% delle infrastrutture controllate fuori norma. Percentuale inferiore invece quella delle sorgenti fisse (attività commerciali, professionali, pubblici esercizi, etc..) controllate e sanzionate per il superamento dei limiti (11%). Le misure dell’induzione magnetica generata da elettrodotti e cabine elettriche mostrano il rispetto dei limiti in tutti i punti indagati. Quanto agli impianti di telefonia e radio-tv, qui i limiti di legge sono rispettati nella maggioranza dei casi; gli unici due siti non conformi sono radio-tv. Per quanto concerne l’impatto ambientale dei principali impianti produttivi, il 29% depuratori di reflui urbani maggiori di 2000 abitanti equivalenti controllati da Arpat ha registrato varie tipologie di irregolarità che hanno prodotto una sanzione amministrativa e/o una comunicazione di reato, in linea con quanto evidenziato nel precedente anno. Il 43% dei principali impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali toscani controllati hanno rilevato irregolarità non riguardanti però i valori emissivi che sono in genere ampiamente inferiori ai limiti per tutti gli inquinanti controllati.

Maurizio Costanzo