IRENE PUCCIONI
Cronaca

Il dramma dell’Alzheimer. "Le spese per i malati devono essere coperte dal servizio pubblico"

Castelfiorentino, sentenza a favore dei familiari di un’anziana deceduta. Era stato chiesto loro di pagare trentamila euro per il ricovero nella rsa

Leo Gullotta in una foto di scena del film 'Lettere a mia figlia' in cui racconta il dramma Alzheimer
Leo Gullotta in una foto di scena del film 'Lettere a mia figlia' in cui racconta il dramma Alzheimer

Empoli (Firenze), 6 settembre 2023 – L’assistenza sanitaria per i malati di Alzheimer deve essere gratuita.

Lo aveva stabilito una sentenza del Tribunale di Firenze un paio di anni fa e lo ha ribadito adesso anche la Corte di appello di Firenze, rigettando il ricorso proposto dell’Asl Toscana Centro in merito al caso di un’anziana affetta da Alzheimer, i cui eredi si erano visti recapitare un’ingiunzione di pagamento dalla struttura Rsa presso la quale era ricoverata la donna.

Una della destinatarie della richiesta di pagamento di una somma pari a quasi 30mila euro, era la nipote dell’anziana, Valentina Bertini, che è anche un avvocato e ha ingaggiato una battaglia giuridica per affermare le proprie ragioni, e quelle di tutte quelle famiglie che si trovano o che si sono trovate nella situazione di non essere più in grado di accudire un proprio caro presso la propria abitazione.

I fatti. La signora Eda Pirami, a seguito della malattia di cui era affetta, è deceduta nel gennaio 2011. Dopo cinque anni dalla sua morte la nipote si era vista recapitare, con sorpresa, una richiesta di pagamento dalla residenza sanitaria assistita nella quale la nonna era stata ricoverata. L’ex Asl 11 di Empoli chiedeva agli eredi il saldo di una serie di fatture riguardo al ricovero della donna nella Rsa Pablo Neruda di Castelfiorentino. Il conto presentato comprendeva le rette di quasi due anni di permanenza nella struttura. Ma la nipote-avvocato si è in prima battuta appellata al Tribunale di Firenze chiedendo che venisse estinto il credito poiché la donna, fin dal suo inserimento in struttura, era affetta dal morbo di Alzheimer e inserita nel progetto Cronos del Ministero della Sanità in collaborazione con l’azienda sanitaria locale: progetto, quest’ultimo, rivolto ai malati di Alzheimer che promuove l’assistenza personale del malato. In altre parole si trattava di una persona non più autosufficiente in stato terminale della progressione della malattia e, come tale, necessitante di cure mediche costanti, non più erogabili a domicilio.

Il giudice, in primo grado, aveva riconosciuto che le prestazioni socio sanitarie nei confronti della nonna, che versava in una condizione di salute irreversibile, dovevano essere a carico del sistema sanitario nazionale e pertanto alcuna somma a saldo doveva essere richiesta agli eredi. Nonostante le argomentazioni dei legali dell’azienda sanitaria in sede di appello, la corte ha confermato quanto espresso nella prima sentenza dal tribunale fiorentino, condannando anche la stessa Asl Toscana centro a corrispondere alle eredi della donna le spese processuali.

"Considero questa sentenza una sentenza di civiltà – commenta con soddisfazione l’avvocato Bertini – E spero potrà essere utile a tutte quelle famiglie che si trovano o che si sono trovate nella nostra stessa situazione; ovvero a non essere più in grado di accudire un proprio caro presso la propria abitazione per il progredire della malattia degenerativa irreversibile. La salute non deve mai smettere di essere un sacrosanto diritto fondamentale e inviolabile".