ROBERTO DAVIDE PAPINI
Cronaca

La pioggia e la corsa in bici. "La mia famiglia perse tutto"

Il 4 novembre 1966, il giorno dell'alluvione di Firenze, Alessandro Bastagli aveva 15 anni: «Che disastro»

Alessandro Bastagli 15enne pochi giorni dopo l'alluvione davanti al negozio di famiglia

Firenze, 11 novembre 2016 - Un ragazzino  quindicenne davanti a quello che resta del negozio di famiglia, sventrato, distrutto, devastato dall’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. La foto, in bianco e nero, ritrae un giovanissimo Alessandro Bastagli: oggi è un imprenditore di successo, è presidente di “A. Moda” (licenziataria del marchio Everlast, di Dimensione Danza e Virtus Palestre) e presidente di Lineapiù Italia (azienda leader nel mercato mondiale di filati per maglieria), ma quella foto racconta un’altra cosa, uno dei tanti drammi di quel novembre di 50 anni fa. «Avevamo perso tutto – dice Bastagli – il negozio di orologi Cronos, in via della Vigna Nuova era distrutto, la merce rovinata, la cassaforte sventrata». Un negozio che Paola Bastagli (sorella di Alessandro) aveva rilevato dopo la morte del padre avvenuta nell’aprile del 1965.

Quella foto è di qualche giorno dopo il 4 novembre, perché il giorno dell’alluvione il giovane Bastagli si trova bloccato dall’acqua che invade le strade e ripara fortunosamente da amici.

«DOPO la morte di mio padre – racconta Bastagli – ero andato ad abitare da mia sorella alle Bagnese. Quella mattina del 4 novembre, era la festa delle Forze armate, sarei dovuto andare con una delegazione della mia scuola, l’Istituto Tecnico Galilei, in piazza dell’Unità Italiana per l’alzabandiera. Al mattino ancora non si avevano tante notizie di quello che stava succedendo e, nonostante il parere contrario di mia sorella, presi la bicicletta per raggiungere la cerimonia». Il viaggio di Bastagli, però, finisce al ponte alla Vittoria: «Ricordo che riuscii ad attraversare il ponte in qualche modo, poi trovai tutto sbarrato dall’acqua che saliva». Bastagli deve così cercare riparo da una famiglia di amici in via Montebello, dove resta un paio di giorni senza poter avvertire la sorella.

«POI ANDAMMO in via della Vigna Nuova dove c’era il negozio e trovammo la saracinesca divelta e tutto distrutto. Avevamo perso tutto, come tanti altri fiorentini. Ma c’è stato un grande spirito da parte di tutti, ci si aiutava a vicenda, l’ironia fiorentina ci ha salvato oltre al lavoro di tanti volontari, gli splendidi “angeli del fango”». Uno spirito, aggiunge Bastagli «che emerge nella bella mostra della “Nazione” il giornale che si identifica con Firenze e nel quale si identificano i fiorentini».