LUCA FILIPPI
Cronaca

Non c’è soltanto il Covid: infarti cresciuti di quattro volte

Claudio Marabotti, medico cardiologo: "Ora è necessario combattere il virus. Ma senza un adeguato rinforzo del personale avremo vittime in altri campi"

Il dottor Claudio Marabotti, cardiologo all’ospedale di Cecina

Cecina (Livorno), 15 novembre 2020 - Il pericolo non è soltanto il covid. La riduzione delle attività di cura negli altri settori rischia di avere un impatto fortissimo sulla salute di migliaia di persone. Claudio Marabotti, medico cardiologo dell’ospedale di Cecina, è consapevole della necessità di fare fronte alla pandemia, ma sottolinea i rischi presenti anche su altri fronti.

Ieri su La Nazione la direttrice generale dell’Asl Nord Ovest Maria Letizia Casani ha spiegato che ora è necessario ridurre alcune attività, pur non trascurando ad esempio i malati oncologici. Si fa abbastanza? "E’ fuor di dubbio – spiega Marabotti – che siamo di fronte a una situazione eccezionale e la prima cosa da fare è prendersi cura dei malati covid. Però, tutte le vite sono importanti, non dobbiamo trascurare gli altri malati". Che cosa vuol dire? "I dati parlano chiaro, nella prima fase della pandemia la mortalità per infarto a livello nazionale è passata dal 3% al 12%. Non siamo stati in grado di curare con efficacia questi pazienti, quindi spostare le risorse da un settore all’altro ha determinato dei costi in termini di vite umane non accettabili". E questo rischio c’è anche nei nostri ospedali? "E’ difficile fare questo tipo di valutazioni, ma è chiaro che se le risorse in termini di personale medico e infermieristico non aumentano, lo stesso numero di persone non può far fronte a un carico di lavoro molto maggiore". Il sindaco di Cecina Samuele Lippi si è mosso affermando che in assenza di assunzioni all’ospedale di Cecina chiederà il commissariamento dell’Asl. Che ne pensa? "Il presidio di Cecina ha avuto pochissimi rinforzi e sta lavorando, come altri ospedali, al massimo delle sue possibilità per far fronte al virus. Le terapie intensive a Cecina sono quasi tutte occupate per il covid, è chiaro che serve in tempi brevissimi un incremento del personale medico e infermieristico". Ma quando si è capito che sarebbe arrivata una seconda ondata? Non potevamo arrivarci più preparati? "Gli esperti avevano segnalato questo rischio già alla fine di agosto. Alcuni dati sviluppati a livello di proiezione facevano intravedere lo scenario. Purtroppo si è perso molto tempo, sia nell’allestimento del sistema sanitario, sia in alcune scelte per limitare i contagi. Perché è chiaro che ci servivano più posti letto e dotazioni, ma senza contenere la diffusione del covid non c’è sistema sanitario che tenga". E ora cosa accadrà? "Vediamo i dati dei prossimi giorni. Ci sono già piccoli segnali incoraggianti, ma il virus ha tempi di guarigione lunghi, è difficile attendersi in tempi brevi il calo dei ricoveri delle persone in terapia intensiva".