Cinghiali, allarme rosso sulle strade. Record di incidenti e richieste danni

Vittime di scontri con ungulati: Toscana prima in classifica. FdI all’attacco, Saccardi: "Abbattimenti aumentati"

Cinghiali in strada

Cinghiali in strada.

Firenze, 2 agosto 2022 - Ai danni all’agricoltura si aggiungono quelli, sempre più gravi, legati agli incidenti stradali. A provocarli gli ungulati, soprattutto cinghiali, che oltre a essere aumentati numericamente (favoriti dallo stop alla caccia durante la pandemia) si avvicinano sempre più spesso a strade e centri abitati. Secondo i dati della Regione Toscana, considerando solo i cinghiali, si sono verificati 260 incidenti stradali nel 2016, 184 nel 2017, 131 nel 2018, 98 nel 2019 e ben 128 nel 2020, con un nuovo preoccupante aumento dopo anni di riduzione, resa possibile anche dall’applicazione della legge 10 del 2016 per il contenimento degli ungulati. Allargando lo sguardo a tutti gli animali di medie dimensioni poi, una stima della Lipu nel 2016 indicava almeno 500 incidenti l’anno in Toscana, a dimostrazione delle proporzioni del fenomeno.

Un quadro grave da tempo (ma in miglioramento), poi precipitato per le conseguenze del lockdown. Secondo le stime dell’osservatorio Asaps, l’associazione amici della polizia stradale e aggiornati a fine 2021, l’anno scorso si sono registrati in tutta Italia 213 incidenti significativi (con persone ferite o decedute) con il coinvolgimento di animali, contro i 157 nel 2020 e i 164 del 2019. E, fra le regioni italiane, ad avere il numero maggiore di incidenti è stata la Toscana (che d’altronde è anche quella con più boschi rispetto al territorio) con 27.

Raddoppiata anche l’offerta di polizze specifiche che prevedono la voce "collisione animali selvatici". Ma la vera sfida, più che risarcire i danni, è evitare gli scontri con gli animali di grossa taglia, come evidenziano anche i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi e Alessandro Capecchi. "L’incidente stradale nel quale ha perso la vita un uomo di 55 anni tra Viareggio e Torre del Lago (Dario Volpe, ndr ) – dicono – conferma che i cinghiali sono diventati un’emergenza sociale. I soldi non bastano per chi perde la vita e per le famiglie delle vittime. Bisogna intervenire in maniera decisa. Dopo la modifica dell’interpretazione delle norme nazionali da parte della Corte di Cassazione, c’è una responsabilità diretta della Regione e sta esplodendo il contenzioso: per le cause al momento pendenti, dovute a danni riconducibili a incidenti con animali, siamo ormai nell’ordine di poco meno di due milioni di euro. Occorre aumentare gli abbattimenti estendendo gli orari di caccia anche all’imbrunire".

"È vero, servono nuove misure per il contenimento degli ungulati soprattutto nelle zone agricole e in prossimità degli assi viari – dichiara l’assessora regionale all’ambiente, Stefania Saccardi – . Per farlo, però, ci vuole una modifica alla legge 157 del 1992 e la caduta del Governo sta impedendo l’approvazione di un decreto legge che aveva già ottenuto il consenso degli assessori di tutte le Regioni e dei ministeri, ampliando il periodo di caccia e consentendo interventi diretti degli agricoltori sui loro terreni: è una delle conseguenze della caduta del Governo a cui anche la forza politica di Capecchi e Fantozzi ha contribuito.

La Regione Toscana, da parte sua, ha fatto tutto quanto in suo potere: con le ordinanze del presidente Giani è stata prevista la prosecuzione della caccia anche durante il Covid. E proprio oggi (ieri, ndr ) la giunta ha disciplinato le modalità di attuazione del ‘Piano regionale di interventi urgenti per l’eradicazione della peste suina africana’, ovvero un aumento del 30% del prelievo dei cinghiali. Per il di più – conclude l’assessora Saccardi – occorre rivolgersi al Parlamento".