Alia Guagni: "Grazie Real. Ma il mio cuore è di Firenze"

La capitana viola rifiuta Madrid: "Ho vinto i pregiudizi, voglio insegnare"

Alia Guagni (Germogli)

Alia Guagni (Germogli)

Firenze, 4 agosto 2019 - Da quando un bimbetto la prendeva per il collo perché non voleva che giocasse a calcio con i maschi, Alia Guagni ha fatto molta strada e, in fondo, anche quel bimbetto ha capito un po’ di cose. «Adesso lui è il primo a farmi i complimenti», dice Guagni. Esterno difensivo, capitano e simbolo della Fiorentina Women’s (con cui ha vinto uno storico scudetto, due coppe Italia e una Supercoppa) e pilastro della Nazionale azzurra, splendida protagonista dei Mondiali di Francia, Guagni ha fatto una scelta che riempie di orgoglio i tifosi viola e ci riporta a un calcio romantico che oggi, almeno tra i maschi, sembra scomparso. Così, di fronte all’offerta di un club mitico come il Real Madrid, con un contratto da 250mila euro per tre anni, impensabile per il calcio femminile italiano, Alia (32 anni il 1 ottobre) ha detto di no e ha rinnovato il contratto con il club viola: «Firenze è casa mia, sono dove dovevo essere».

Come si fa a dire di no al Real Madrid?  «Rigiro la domanda: come si fa a dire di no a Firenze? Per me è una scelta di cuore, questa città e questa maglia sono una parte di me»

Viene spontaneo il paragone con il fedelissimo viola per eccellenza, Giancarlo Antognoni... «E’ un paragone che mi fa molto piacere perché Antognoni è un simbolo, una bandiera».  

Dopo l’exploit dell’Italia ai Mondiali femminili siete diventate famose. Ma immagino ci siano stati anni difficili in cui vi guardavano come aliene «Sì, ci sono stati anni difficili in cui non venivamo considerate, ci dicevano che il calcio è uno sport da maschi. C’erano tanti pregiudizi, in parte ci sono ancora, molti che dicono che il calcio femminile non è bello in realtà non hanno neanche visto una partita. Bisogna lavorare tanto dal punto di vista culturale, nelle scuole».  

In questo senso il Mondiale è stata una svolta? «Direi di sì perché adesso in tanti hanno scoperto il calcio femminile, ci hanno seguite, sostenute con affetto. Credo che sia una passione destinata a crescere».  

Ora c’è anche il caso di Stephanie Frappart, il primo arbitro donna ad arbitrare la Supercoppa europea maschile, tra Liverpool e Chelsea. «Anche questo servirà contro tanti pregiudizi. Soprattutto in Italia l’idea di una donna che dirige gli uomini fatica a farsi avanti, ma è assurdo nello sport come in qualsiasi lavoro. Oltretutto, si sa, le donne sono avanti».  

A proposito di pregiudizi, quando ha detto ai suoi genitori di voler fare la calciatrice come hanno reagito? «Bene, mi hanno sostenuto e accontentato. All’inizio mia madre era preoccupata per la mancanza delle strutture, ma poi è diventata la mia tifosa più accanita»  

Cosa le ha detto il nuovo presidente viola, Rocco Commisso? «Mi ha chiamato e mi ha ringraziato per aver scelto la maglia viola. Davvero non me l’aspettavo. Lui crede tantissimo in noi».   

Cosa sogna oggi Alia Guagni? «I miei sogni li sto vivendo e realizzando. Mi sarebbe piaciuto tanto qualificarmi per le Olimpiadi, lavoreremo per le prossime. Poi, quando avrò smesso di giocare vorrei insegnare a scuola. E ovviamente restare alla Fiorentina per fare grandi cose per il calcio femminile».