Alcol e droga al festino: sedicenne in fin di vita

Finisce in coma dopo una notte di eccessi con due amiche. Caccia al pusher

Alcol

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Pisa, 13 agosto 2019 - E' arrivata al pronto soccorso di Pisa già in coma domenica 11 agosto. Il respiro affannato, il volto scavato per una nottata trascorsa tra conati di vomito e dolori allo stomaco. Sedici anni. Un’esistenza spensierata che piomba nel dramma, in un sabato sera d’estate, all’insegna degli eccessi.

«Intossicazione da mix di alcol e sostanze stupefacenti», reciterebbe impietoso il primo bollettino sanitario già nell’immediatezza del ricovero. Inizia così la battaglia contro la morte di una ragazzina pisana, poco più che bambina. Al reparto di Cisanello dove è stata trasferita fanno tutti il tifo per lei e per i suoi cari che non l’hanno lasciata sola un istante. Chiedendosi perché. Perché questa follia? 

Il fatto. Sabato sera. La ragazza fissa un appuntamento con due amiche. L’obiettivo è fare baldoria a Pisa. Il trio, inseparabile, si incontra nel centro storico con altri coetanei. Il ‘festino’, risate, chiacchiere e un giro tra i locali della movida e poi sui lungarni. La città è irriconoscibile, ormai svuotata dalle partenze per il Ferragosto.

Qualche bevuta, poi l’idea di ‘osare’. Ancora non è dato sapere se l’acquisto della droga sia avvenuto in quel preciso contesto – un dettaglio affatto secondario sul quale si stanno concentrando i carabinieri che indagano sull’episodio – e per mano di chi, nonché per quale entità. Fatto sta che l’assunzione, come trapela da fonti investigative, avviene sulle spallette dell’Arno.

Poi la piccola comitiva si sposta per continuare a divertirsi altrove. Prima dell’alba, il rientro a casa. Per concludere il sabato dormendo insieme nell’abitazione di una di loro, nella campagna della prima periferia. Le ragazze – due sono maggiorenni – si sentono stanche e spossate. La testa gira, lo stomaco è sottosopra. I dolori nel tempo aumentano. Rimettono tutte più volte. I rigurgiti sembrano riuscire però a liberarle dalla pesantezza che avvertono.  Si fanno reciprocamente coraggio, si aiutano, poi provano a sdraiarsi per riprendere le forze nella speranza di cancellare quel malessere. Il sonno, seppur breve e irrequieto, pare riportare pace nei loro corpi esili d’adolescente, almeno per un po’. Al risveglio, l’amara sorpresa. La sedicenne non reagisce al richiamo delle altre che la scuotono in preda all’angoscia più nera.

«Ti prego, rispondi!». Ma la giovane tace. Dorme pesantemente, è in stato soporoso e ha la respirazione ansante. La chiamata al 118 è immediata, così come il trasporto d’urgenza all’ospedale più vicino. Le condizioni della minorenne risultano subito disperate. I sanitari fanno l’impossibile per stabilizzarla. Verrà trattenuta in un letto dell’Unità per le emergenze, in prognosi riservata. Per lei si riveleranno determinanti le prossime 72-96 ore. E mentre lei lotta per uscire dall’incubo in cui è sprofondata, i militari dell’Arma stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti per addebitare eventuali responsabilità.