CHRISTIAN CAMPIGLI
Cronaca

Il parco fantasma: deserto all'Anconella / FOTO

Il verde non c’è più. Una vera desolazione

Il parco dell'Albereta

Firenze, 1 agosto 2016 - Sono passati dodici mesi dalla tormenta che devastò, letteralmente, la parte meridionale di Firenze. Travolgendo tutto quello che riuscì a trovare di fronte a sé. I danni furono ingenti, decine i tetti scoperchiati, centinaia le cantine ed i garage allagati. Ma se esiste un luogo che, più di ogni altro, è ancora oggi il simbolo di quella forza naturale incontrollabile, quello è senza dubbio il parco dell’Albereta - Anconella. Il polmone verde nel quale i residenti erano soliti andare a correre, portare fuori il proprio cane o accompagnare i figli a giocare è solo un pallido, sbiadito ricordo. Gli alberi sono stati ripiantati e, tranne in alcuni punti, anche il livello di manutenzione è discreto. Il problema è che al posto delle piante alte venti metri oggi ci sono i tronchi di alberelli che forse tra dieci anni riusciranno di nuovo a dare quell’ombra così ambita soprattutto in giornate di caldo come quella di ieri.

Anche i frequentatori del parco sono cambiati. L’aspetto che più impressiona è la mancanza di famiglie e di bambini. "Prima del 2015 venivamo quasi tutti i giorni con Mattia – racconta Simone, padre e residente di via Kyoto –. Ora, nonostante la vicinanza con casa nostra, capitiamo di rado. C’è troppo sole e ho paura che possa far male a mio figlio. Non voglio accusare nessuno, sia chiaro. Credo sia stato fatto molto per rendere il parco quello di una volta. Solo che non è, oggettivamente, nemmeno un lontano parente. Serviranno anni prima che possa essere paragonato a quello nel quale mia nonna mi portava a giocare. Che tristezza".Un aspetto rimasto identico rispetto a dodici mesi fa è la presenza di appassionati di footing. Anche perché, in questo caso, la presenza di alberi più o meno alti non indice più di tanto. L’area posta subito dopo il cavalcavia che conduce all’ingresso dell’autostrada meriterebbe maggiore cura. L’erba è onestamente troppo alta e c’è un’area transennata, con dei tronchi ancora non rimossi, presente nel parco da almeno un paio di mesi. Troppi.

Ma l'uragano della scorsa estate colpì anche il lato opposto della città. Basta affacciarsi a Bellariva per averne conferma. Tutto il lungarno Colombo ha, letteralmente, un altro aspetto rispetto a quello del 2014. Gli alberi sono radi, bassi e non proteggono. "Mi fa male, mi provoca un dolore fisico ripensare a quel giorno – sottolinea Margherita, residente di via Sonnino –. Io sono nata in questa zona ed ero abituata a quella vegetazione. Ricordo quel giorno di agosto come fosse ieri. Ho l’immagine stampata nella mia mente delle strade, diventate completamente rosse, a causa della caduta e della distruzione delle tegole. Ma soprattutto mi fa male vedere questo lungarno così spoglio, così diverso da quello nel quale, per tanti anni, ho passeggiato col mio cane".