Agricoltura, da Arezzo sei temi cruciali per il futuro

Cia, Coldiretti e Confagricoltura presentano le proposte al Governo

Agricoltura
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Arezzo, 4 aprile 2023 – Mancanza di una politica irrigua strutturata, filiera agricola forestale, più risorse per le aree interne, indennizzi e sgravi per calamità naturali, controllo fauna selvatica e semplificazione sul lavoro. Sono i sei punti che le associazioni agricole aretine Cia, Coldiretti e Confagricoltura hanno portato all’attenzione del Governo e in particolare al senatore Patrizio La Pietra, sottosegretario del Masaf, in occasione del recente incontro a Monte San Savino.

Si tratta di temi concreti e quotidiani con cui hanno a che fare le aziende agricole, a partire dalla gestione delle risorse irrigue. Le tre associazioni chiedono infatti l’attivazione di tutti i distretti irrigui della «Rete Montedoglio», attualmente sono quattro quelli attivi, gestiti dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno più uno, di piccole dimensioni, già realizzato dal Consorzio stesso con le risorse del PSR, che a breve sarà messo in funzione. Rimane scoperta gran parte del territorio, dove insistono le aziende più strutturate e dinamiche, dove le aziende agricole chiedono risposte concrete. In particolare è urgente realizzare un nuovo distretto irriguo, il Distretto n. 23, nella zona di Foiano della Chiana, fermo alla progettazione esecutiva del primo stralcio. Inoltre occorre superare l’attuale impostazione dei piani irrigui nazionali, dando la possibilità di sviluppare nuove reti di distribuzione per consegnare l’acqua alle aziende agricole e non.

Altro tema è quello della filiera del Bosco, occorre infatti superare il sentimento di diffidenza verso lo sfruttamento del bosco, in favore di una consapevole gestione del territorio e del paesaggio, superando l’attuale situazione che prevede il vincolo per alcune zone boscate. Serve inoltre un imprimatur alle politiche agricole forestali che legittimi nuovamente tali attività, sancendone la necessità.

Riguardo le aree interne, ovvero il 66% del territorio toscano, per un totale di 164 comuni, ovvero quelle zone delle colline e delle montagne, realtà essenzialmente rurali che sono state marginalizzate dal processo di sviluppo. Sono territori che, non solo devono essere pensati come destinatari di beni collettivi e servizi fondamentali – scuola e salute, infrastrutture, servizi – ma anche come territori capaci di produrre economia, diversità e specificità, risorse agroalimentari, strutture insediative, bellezza e qualità del paesaggio, qualità delle acque, energie rinnovabili, biodiversità (i cosiddetti servizi ecosistemici), cultura e identità locali. Per questo riteniamo fondamentale lo stanziamento di opportune risorse a compensazione del valore collettivo che questi luoghi offrono.

Ulteriore capitolo è quello degli indennizzi e degli sgravi a seguito di calamità naturali. Purtroppo, sovente, l’indennizzo ricevuto dall’impresa è ampiamente insufficiente a risarcire il danno subito e i tempi burocratici per poter beneficiare degli sgravi contributivi sono eccessivamente lunghi. Basti pensare che le aziende che hanno subito gelate nella primavera del 2021, ancora ad oggi non hanno potuto beneficiare dello sgravio.

E ancora, è fondamentale una politica più incisiva sul controllo della fauna selvatica, incrementando gli abbattimenti e dare tutti gli strumenti necessari a chi deve fare attività di contenimento e controllo. Finora le soluzioni messe in atto non sembrano aver sortito un effetto risolutivo. La presenza di cinghiali provoca incidenti stradali spesso anche gravi, impatta sulla biodiversità e sulla fauna autoctona, oltre che comportare danni reali ai produttori agricoli.

Infine il lavoro, nell’Aretino sono presenti circa 1300 aziende che assumono in agricoltura per 988.751 giornate di lavoro (dati anno 2022). Molte di queste giornate sono legate al lavoro stagionale, necessario per la raccolta di ortaggi, frutta, uva, olive, hanno bisogno di manodopera straniera che solo in parte riusciamo a far arrivare attraverso il Decreto flussi. Vediamo con favore la nuova disciplina introdotta dal Governo per il reclutamento di lavoratori stagionali che permette l’accesso al lavoro occasionale pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza. Sul lavoro indeterminato è fondamentale ridurre i costi per le imprese attraverso la riduzione del cuneo fiscale per abbassare il costo del lavoro.

«Il documento condiviso dalle tre associazioni agricole aretine - dichiara Serena Stefani, presidente Cia Arezzo - testimonia il senso di attaccamento al territorio e il grande senso di responsabilità che vede il mondo agricolo unito su dei temi prettamente locali da portare ai livelli nazionali per cercare di trovare soluzioni a delle problematiche reali per le nostre imprese. Tutti i sei temi trattati sono estremamente importanti per riuscire a risolvere questioni strategiche per l’agricoltura aretina».

«I momenti di confronto sono sempre di grande stimolo ed utili per trovare sinergie congiunte, ringraziamo il Sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste Patrizio La Pietra con il quale abbiamo avuto modo di dialogare nei giorni scorsi rispetto ai temi che riguardano il nostro settore. Durante l'incontro abbiamo ringraziato il Governo per il recente DDL sul cibo sintetico approvato dal Consiglio dei Ministri», ha dichiarato Lidia Castellucci, presidente Coldiretti Arezzo.

«Nel documento consegnato al sottosegretario l’altra sera sono rappresentate alcune tra le principali problematiche per l’economia agricola del nostro territorio - dichiara Carlo Bartolini Baldelli, presidente di Confagricoltura Arezzo - In taluni casi, la mancanza di soluzioni in tempi brevi, potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa di aziende e persino di settori produttivi. L’auspicio, dunque, è che il governo si faccia carico delle questioni rappresentate e, per quanto di sua competenza, dia rapidamente risposte concrete».