GIOVANNI SPANO
Cronaca

Brumotti e la troupe di Striscia accerchiati dai pusher

Tensione e paura nel pomeriggio inoltrato alle Cascine: "Presi a bottigliate e a sassate. Abbiamo temuto che ci buttassero in Arno"

Un fotogramma dell'aggressione all'inviato di Striscia

Firenze, 3 martzo 2021 - Vittorio Brumotti , popolarissimo inviato di ‘Striscia’ in missione antidroga a Firenze, nel mirino degli spacciatori nigeriani, gambiani e ghanesi che presidiano ‘manu militari’ le Cascine, uno degli epicentri fiorentini dello spaccio. Di piccole dosi, ma senza soluzione di continuità. Una catena di montaggio, la droga interrata in centinaia di punti, vicino a siepi, alberi e cespugli. Sono stati momenti caldissimi, a metà pomeriggio. Già aggredito una settimana fa a Brescia, Brumotti – che da ottobre 2017 ha iniziato la sua battaglia contro la criminalità di strada firmando numerosi reportage contro lo spaccio in varie città italiane – se l’è vista davvero brutta insieme ai suoi compagni della troupe. "Abbiamo anche temuto che potessero afferrarci e magari buttarci in Arno", dice. Brumotti in sella alla sua fedele bike raggiunge i pusher, per redimerli, o almeno farli allontanare e comunque per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sulle zone più calde dello spaccio. Ma ieri gli spacciatori sono stati assai poco condiscendenti. Brumotti e i colleghi stati accerchiati da un nugolo di spacciatori e fatti oggetto di un fitto lancio di oggetti. Gli operatori si sono dovuti barricare dentro il furgone, Vittorio è riuscito con la bike a tenersi fuori tiro. La troupe, letteralmente assediata si è disimpegnata a fatica, sotto una grandinata di bottiglie e pietre. L’aggressione all’altezza della fermata "Cascine" della tramvia, usata spesso dai pusher per scappare ai controlli e alle retate dell’Arma. Ne ha fermati tanti da molti mesi a questa parte. Arresti o denunce. Ma è questa una manovalanza dai grandi numeri. Si ‘rigenera’ ed è pronta a mostrare il suo volto più agguerrito.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il 40enne inviato originario di Finale Ligure che ci ha raccontato in presa diretta la sua (ennesima) disavventura del mestiere.

Brumotti dopo una delle precedenti disavventure

«Dai, eravamo lì a documentare lo spaccio quando abbiamo visto questi venditori di morte avvicinarsi minacciosi. Avevano sassi, bottiglie. Io giravo in bike un po’ più in là, i miei operatori, cinque, hanno battuto in ritirata. Si sono asserragliati nel furgone, accerchiato".

Ma quanti erano? "Tantissimi guarda (diverse decine, ndc). Uno con una pietra enorme. Non c’era da tentare di scavalcarli, magari ci avrebbero presi e buttati in Arno".

Come siete riusciti a liberarvi? "Loro rintanati nell’abitacolo hanno dovuto aspettare un po’. Scendere, cercare di mettere in moto e allontanarsi era troppo pericoloso. Uno è finalmente riuscito a scavalcare dall’interno e a mettersi al posto di guida e a partire".

Sospiro di sollievo.. 100% Brumotti , il suo soprannome perché Vittorio intende sempre pensare positivo, è tranquillo, ma non c’è da scherzare. "E’ arrivata la polizia e quelli allora hanno cambiato obbiettivo, si sono rivoltati contro gli agenti, li hanno attaccati proprio".