A11 o Fi-Pi-Li, quale strada per il mare?

Test de La Nazione nel traffico delle vacanze

Ore 9.30 la partenza da Firenze

Ore 9.30 la partenza da Firenze

Firenze, 11 luglio 2016 - Quanto è distante il mare? Qual è il modo più veloce per raggiungere la costa da Firenze e dalla sua area metropolitana? E’ l’interrogativo che si pongono in maniera sistematica le famiglie che ogni weekend d’estate vogliono passare qualche ora in spiaggia. Possibilmente rilassando i nervi. Lo stesso interrogativo se lo è posto La Nazione e, con l’ambizione di fornire qualche indicazione di servizio (fermo restando che il traffico non è una scienza esatta), abbiamo tentato di capire quale fosse la via più breve e sicura. FiPiLi o A11? Questo il dilemma che hanno provato a risolvere i nostri giornalisti. Partenza da via Giovine Italia e arrivo a Marina di Pisa, località baricentrica rispetto alle due arterie. Alla strada il verdetto.

Lunghe code e rischio incidenti: superstrada, si guida a singhiozzo - dall’inviato sulla Fi-Pi-Li Diego Casali

Avrò abbastanza benzina nel serbatoio? E se ci fossero code e finissi in riserva? Vediamo, nel caso, mi fermerò strada facendo. Non vedo l’ora di affondare i piedi nella sabbia, quella fine, delicata, fresca del mattino. Così accendo sicuro il motore. Colpo di clacson al collega, il fairplay non mi manca. Anche se vorrei arrivare prima di lui. Arrivare presto al mare. Imperativo da fine della settimana. «L’importante è arrivare» ammonisce Isoradio. La frase sulle onde medie mi disturba alquanto. Gufata doppia? Ma la scaramanzia lascia spazio a una sensazione gradevole. Il sole alle mie spalle splende sui viali, colorati di teli mare che sconfinano dalle borse poggiate sui sedili posteriori delle auto. Senza la frenesia da cartellino e gli sciami di scooter zizganti dei feriali, i viali si rilassano. Fino a piazza della Libertà e, anche oltre, è una vera pacchia. Acchiappo la Fortezza. I lavori alla tramvia, Guido Monaco chiusa, embè?. Abbasso la radio, intono ‘Un sabato italiano’ e, come Caputo, penso davvero che il «peggio sembra essere passato». Poi rammento che per me è un giorno di lavoro... E Isoradio, il cui volume si alza da solo (misteri dell’afa), presagisce una mattinata «difficile».

Ma 'chissene' del primo esodo estivo e del bollino rosso, nero o a pallini. Incedo elegantemente rispettando i piacevoli limiti urbani di viale Etruria e conquisto senza fallo la Strada di Grande Comunicazione che, dal capoluogo, trasferisce famiglie alle spiagge del Litorale Pisano o nelle località livornesi. I novanta orari vogliono quasi frenare ogni mia (vana, perché dovrò tornare al lavoro) voglia di spiaggia e sole. Isoradio continua ad aggiornarmi sul traffico in Brianza e sull’Adriatico. Poi, come mannaia, la voce dello speaker si abbatte sulla Toscana e infrange i miei sogni di rapida gloria. «Code a tratti tra Empoli e la diramazione Pisa».

La sentenza è scritta. Ho da poco passato Ginestra Fiorentina è la profezia si avvera. Semi-inchiodata. Tutti fermi. Ma solo per pochissimo. Pericolo scampato, si riparte. Direi, bene. A Empoli, una manciata di chilometri in direzione mare, mentre gli altoparlanti citano ancora la Fi-Pi-Li, si configura l’inferno. Della coda in lontananza non vedo il termine. E’ l’inizio della fine. S’infiamma l’asfalto. «Il peggio è appena cominciato» parafraso tra me e me Caputo. E infatti fino alla diramazione con Pisa è un elastico. Stop and go a Santa Croce prima, a Montopoli poi, a Pontedera ancora. Rallentamenti fino a Cascina. Poi, al bivio con Livorno, la strada si fa ampia. Si allarga fino a farmi stare stretti quei novanta all’ora che cinque minuti prima parevano un sogno. Ora il Litorale Pisano è lì a un tiro di accelaratore. Lo percepisco da chilometri. Ne osservo la chioma folta della pineta. Lo conquisto da viale D’Annunzio. A destra, l’Arno. I pennoni delle barche a vela svettano dai rimessaggi. Il miocollega è sotto il cartello di Marina. Ho perso. E per di più, a quest’ora, la sabbia scotterà

Più chilometri e a pagamento, ma in autostrada si arriva prima - dall’inviato sulla A11 Stefano Cecchi 

Ma quanti sono i semafori per uscire da Firenze? I giorni feriali, quando il traffico è così congestionato che sembra di giocare agli scacchi (per andare avanti devi mangiare un pedone) non te ne accorgi. Ma se, come oggi, la tua meta non è il lavoro ma il litorale con la sua promessa di sole, lo noti eccome. 1,2,7,10... un cammino a singhiozzi gialli, rossi e verde. Tant’è. Quando però arrivi all’imbocco dell’A11 a Peretola, l’unica al mondo cui si accede con un semaforo (forse per non perdere il vizio), sembra già di sentire il salmastro sulla pelle: «Vedi, alla fine di questa strada c’è la vacanza», sembrano dire i genitori fermi al rosso ai bambini sui sedili posteriori. Il traffico? Insolitamente snello.    Anche al casello di Firenze Nord non è come nel sabato del ponte di san Giovanni, quando, raccontano, al posto del casellante avevano messo un prete a benedire: «Mi raccomando, quando arriva telefoni!». Al telepass si passa veloce e la fila di chi prende il biglietto è normale. Sembra impossibile. Sì, sembra impossibile che su questa autostrada dove ogni sabato legioni di fiorentini, di pratesi e di pistoiesi si condannano a qualche anno in più di Purgatorio per le imprecazioni al Cielo, oggi fili tutto liscio. Traffico ce n’è, per carità, ma tutto scorre, si viaggia tranquillamente a 110 all’ora. Alle 10 si sfila così davanti al casello di Prato Ovest, alle 10 e 15 a Montecatini. Dove, dopo il curvone degli outlet, improvvisamente ecco la fila. Tutti fermi, con le quattro luci a lampeggiare nemmeno fossimo navette aliene sul mare della tranquillità. «Vai, ci siamo – pensano tutti – anche stavolta finisce che dovremmo pagare l’Imu invece che il pedaggio per il tempo che staremo fermi». E invece, così come ci eravamo inchiodati, improvvisamente ripartiamo, spingendoci a riflettere sul grande mistero delle code a tratti e su come si generano. Roba più inspiegabile della radioattività. Comunque si viaggia.   Senza affanni scivola via il casello di Capannori (che a Isoradio chiamano Capannòri) poi quello di Lucca, e il bollettino di guerra che arriva via Aiscat («10 km di coda fra Lacedonia e Vallata per una vettura in fiamme», «3 ore fra Bologna e Rimini») sembra che appartenga a un altro mondo, a un altro universo della viabilità. Quasi incredibilmente, alla meta che ci eravamo prefissati, ovvero Marina di Pisa, arrivo alle 11 e 04, con 15 minuti di anticipo sul mio concorrente. E’ vero, io ho pagato 7 euro e 40 e lui no. Però, visto com’è andato il viaggio, non posso lamentarmi come ha fatto tempo fa quell’automobilista pratese che, dopo tre ore di viaggio fra Prato e Viareggio, al casellante disse: «Certo la paghiamo cara l’autostrada, però ne approfittiamo a lungo!».

L'arrivo a Marina di Pisa

I dati via A11:

Distanza: 117 Km

Costi: carburante 12 euro

Pedaggio: 7,40 euro

I dati via Fi-Pi-Li:

Distanza: 97 Km

Costi: carburante 13 euro

Pedaggio: 0 euro.