
Denunciate 50 aziende sanitari in tutta Italia
Roma, 15 maggio 0225 – Cinquanta aziende sanitarie denunciate dal sindacato ospedaliero Anaao Assomed: "Troppe violazioni su incarichi, orari di lavoro e scarse tutele contro le aggressioni al personale sanitario”. È l’allarme lanciato oggi dall’organizzazione in diverse zone d’Italia, da Nord a Sud. Dalla Liguria all’Emilia Romagna, ma anche la Toscana e la Sardegna. E oggi si è aggiunto anche l’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.
“Ci troviamo di fronte a una realtà inaccettabile – tuonano dal sindacato dei dirigenti ospedalieri – dove le difficoltà quotidiane superano di gran lunga la gratificazione di curare e assistere i cittadini. Ci saremmo aspettati che le aziende sanitarie fossero al nostro fianco, dalla parte di chi ogni giorno si impegna per garantire la salute della collettività”. E si parla anche di “condotta antisindacale e mancata erogazione delle somme percepite in intramoenia e dei fondi contrattuali”.
La mappa delle denunce
Da Nord a Sud, le “violazioni” denunciate dal sindacato sono a macchia di leopardo in tutto il Paese. Su un totale di 50 Aziende sanitarie, 28 strutture si trovano al Nord, 15 al Centro e 7 al Sud e Isole. È partita oggi la campagna di denuncia promossa dall’Anaao Assomed con il supporto dell’Ufficio Legale dell’Associazione.
“Ci sentiamo soli, abbandonati di fronte a problemi che minacciano la nostra capacità di lavorare serenamente e, di conseguenza, la qualità dell'assistenza offerta ai pazienti. Oggi diamo il via alla prima fase di azioni concrete, a partire dalla denuncia alle autorità giudiziarie competenti di 50 aziende sanitarie. E non ci fermeremo qui, andremo avanti coinvolgendole tutte, perché questa situazione non è più sostenibile in nessuna realtà del nostro Paese”, annuncia Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed.
Ecco i “capi d’accusa”
La lista dei “capi d’accusa” è lunga. Anaoo Assomed parla di "molteplici violazioni su tutto il territorio nazionale”. Ecco quali: “Condotta antisindacale. Violazione delle norme sulla sicurezza, sull’orario di lavoro, sulle ferie, sui limiti dei turni di pronta disponibilità, sull'attività libero professionale e sulle prestazioni aggiuntive. Disapplicazione delle tutele contro le aggressioni. Mancata erogazione dei fondi contrattuali”, fanno sapere dal sindacato.
“Tutti devono sapere, scriveremo un libro bianco”
“Vogliamo che tutti vengano a conoscenza di cosa accade realmente all'interno dei nostri ospedali. E per questo scriveremo un ‘libro bianco’, un documento che raccoglierà testimonianze, dati e fatti inequivocabili sulle condizioni in cui versa la sanità pubblica e su come queste condizioni impattino direttamente sul lavoro dei medici”, spiega il segretario nazionale del sindacato.
“A partire dalla mancata sicurezza sui luoghi di lavoro. È incredibile – continua – come, a distanza di anni dalla legge del 2008 che imponeva la messa in sicurezza delle infrastrutture sanitarie, molte realtà siano ancora inadempienti. Come possiamo garantire la salute degli altri se la nostra stessa incolumità non è tutelata? Oggi denunciamo inadempienze contrattuali che ledono i nostri diritti più elementari: premialità non riconosciute, ferie e giorni di riposo negati, persino il diritto di accesso ai documenti è ostacolato. Ci troviamo a dover lottare per regole elementari, per quelle condizioni minime che ci permetterebbero di svolgere il nostro lavoro con dignità ed efficacia”.
Dalla disapplicazione delle tutele contro le aggressioni al personale e ai beni aziendali, alla violazione della normativa su sicurezza, orario di lavoro, ferie e limiti dei turni di pronta disponibilità. E ancora, dalla
Violazione della disciplina in materia di incarichi". C'è anche il Brotzu di Cagliari tra le 50 aziende sanitarie in tutta Italia finite nel mirino dall'Anaao Assomed, che oggi ha lanciato la sua campagna di denuncia dopo aver accertato, è spiegato, "molteplici violazioni su tutto il territorio nazionale". Violazioni, spiega il sindacato di medici e dirigenti sanitari, che che vanno dalla condotta antisindacale al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza, sull'orario di lavoro, sulle ferie, sui limiti dei turni di pronta disponibilità, sull'attività libero professionale e sulle prestazioni aggiuntive. E ancora, disapplicazione delle tutele contro le aggressioni e mancata erogazione dei fondi contrattuali. Per quanto riguarda l'azienda cagliaritana, è specificato, la denuncia parte per violazione della disciplina in materia di incarichi: "Si stigmatizza la condotta antisindacale dell'azienda, che ha negato l'apertura di un confronto sindacale sulla graduazione delle funzioni e l'assegnazione degli incarichi, in inadempimento delle obbligazioni contrattuali e con conseguente perdita di opportunità professionali per molti professionisti. È in corso attività stragiudiziale a seguito di formale diffida sindacale". In generale, dalla rilevazione dell'associazione a livello nazionale emerge come numerose aziende "risultino inadempienti nell'applicare gli strumenti legislativi e contrattuali in loro possesso per garantire le migliori condizioni di lavoro possibili ai dirigenti medici sanitari".
- ". Invece, troppo spesso ci sentiamo soli, abbandonati di fronte a problemi che minacciano la nostra capacità di lavorare serenamente e, di conseguenza, la qualità dell'assistenza offerta ai pazienti. Oggi diamo il via alla prima fase di azioni concrete, a partire dalla denuncia alle autorità giudiziarie competenti di 50 aziende sanitarie. E non ci fermeremo qui, andremo avanti coinvolgendole tutte, perché questa situazione non è più sostenibile in nessuna realtà del nostro Paese. Vogliamo che tutti vengano a conoscenza di cosa accade realmente all'interno dei nostri ospedali. E per questo scriveremo un 'libro bianco', un documento che raccoglierà testimonianze, dati e fatti inequivocabili sulle condizioni in cui versa la sanità pubblica e su come queste condizioni impattino direttamente sul lavoro dei medici. A partire dalla mancata sicurezza sui luoghi di lavoro. È incredibile come, a distanza di anni dalla legge del 2008 che imponeva la messa in sicurezza delle infrastrutture sanitarie, molte realtà siano ancora inadempienti. Come possiamo garantire la salute degli altri se la nostra stessa incolumità non è tutelata? Oggi denunciamo inadempienze contrattuali che ledono i nostri diritti più elementari: premialità non riconosciute, ferie e giorni di riposo negati, persino il diritto di accesso ai documenti è ostacolato. Ci troviamo a dover lottare per regole elementari, per quelle condizioni minime che ci permetterebbero di svolgere il nostro lavoro con dignità ed efficacia. Non chiediamo favori, chiediamo collaborazione. Una collaborazione che deve partire dal rispetto delle regole, dei contratti, della dignità professionale di chi ogni giorno si spende per la salute pubblica. Sentiamo forte l'obbligo etico, morale e sociale di difendere il Servizio Sanitario Nazionale. Un sistema universalistico che rischia di sgretolarsi sotto il peso di inadempienze e disattenzioni. Non possiamo rimanere inerti di fronte a questo scenario. Chiediamo di prestare ascolto alla voce dei medici e dirigenti sanitari, di comprendere le nostre difficoltà, di collaborare con noi per costruire una sanità pubblica più sicura, più efficiente e più umana". Così in una nota il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio.