28 marzo, è Giovedì Santo: perché si ricorda la lavanda dei piedi?

La tradizione dei sepolcri e del giro delle 7 chiese. Ecco il programma delle celebrazioni della Pasqua a Firenze e l’iniziativa “La gioia di Pasqua si fa preghiera” che corre sui social

Gesù lava i piedi a Pietro, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

Gesù lava i piedi a Pietro, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

Firenze, 27 marzo 2024 – Oggi è il Giovedì Santo, giorno in cui si conclude il tempo di Quaresima, che è iniziata col mercoledì delle Ceneri. Nel tardo pomeriggio, con la messa “in Coena Domini” ("nella Cena del Signore") inizia il Triduo pasquale. Questa giornata è contrassegnata anche da un’altra celebrazione liturgica, che si tiene al mattino nelle Cattedrali, in cui il vescovo consacra il sacro crisma, ossia l’olio benedetto che viene poi utilizzato durante l’anno per i sacramenti del battesimo, della cresima e dell’Ordine Sacro, insieme ai tre oli usati per il battesimo, l’unzione degli infermi e per ungere i Catecumeni. Una particolarità della messa “in Coena Domini”, è che, alla fine, non prevede congedo, infatti l'assemblea dei fedeli si scioglie in silenzio. In questo giorno la Chiesa celebra non solo l’istituzione dell’Eucaristia, ma anche quella del sacerdozio cristiano. Altra particolarità di questa celebrazione, che ricorda l’ultima cena di Cristo, è la lavanda dei piedi, gesto compiuto da Gesù nei confronti dei suoi discepoli e raccontato dal Vangelo di Giovanni. All’epoca si camminava a piedi, calzati solamente con dei sandali, su strade polverose, sporche o fangose. Nel mondo antico la lavanda dei piedi era non solo comune, ma anche una caratteristica tipica dell’ospitalità, praticata dalla moglie verso il marito, da parte dei figli verso il padre. Ed era un preciso dovere dello schiavo nei confronti del suo padrone, al punto che l’asciugatoio era una sorta di divisa tipica di chi era addetto a servire a tavola.

Attraverso questo gesto, Gesù impartisce ai suoi discepoli una delle sue più grandi lezioni, quella di donarsi in totale generosità verso l’umanità intera, anche di coloro che sono considerati inferiori. Al termine della messa c’è la “visita ai sepolcri”. La tradizione del giro delle ‘sette chiese’, che ricorda le sette basiliche romane, risale a San Filippo Neri, che intendeva far allontanare i fedeli dalle “seduzioni” del carnevale romano. In origine la processione durava due giorni, durava venti chilometri, iniziava dalle quattro basiliche maggiori di Roma e proseguiva in altre tre chiese simboliche della capitale. Chi non vive a Roma e non può recarsi in Terra Santa, per ottenere l’indulgenza plenaria, può realizzare il giro delle 7 chiese nella sua città, e chi nei piccoli paesi non ha la possibilità di visitare sette chiese, di solito entra e esce dalla stessa. Il programma delle celebrazioni della Pasqua a Firenze. L’Arcivescovo Giuseppe Betori presiederà in Cattedrale tutte le celebrazioni della Settimana Santa che culmineranno nella solennità della Pasqua. Il Giovedì Santo la benedizione degli oli nella Messa Crismale della mattina (ore 9.30) e nel pomeriggio alle 17.30 la Messa “in Coena Domini” con la lavanda dei piedi. La Cattedrale rimarrà aperta fino alle 23 per l’adorazione davanti all’altare della Reposizione. Venerdì e Sabato Santo l’Arcivescovo Giuseppe Betori presiederà alle 9 l’Ufficio delle letture e le lodi.

Alle 17.30 del Venerdì Santo l’azione liturgica nella Passione del Signore, con l’adorazione della croce. La sera del sabato, alle 21, la Veglia pasquale con la benedizione del fuoco e del cero, sul sagrato, e la processione della luce. La Domenica di Pasqua la tradizione dello scoppio del Carro. Alle 10.15 in Battistero Ora terza e poi l’inizio della celebrazione sul sagrato della Cattedrale, alle 11 al canto del Gloria il volo della Colombina. Un video ogni domenica per l’iniziativa “La gioia di Pasqua si fa preghiera”. La Chiesa fiorentina propone una ‘sinfonia di preghiera’ attraverso alcuni brevi video (circa 4 minuti) che accompagneranno tutte le domeniche del Tempo di Pasqua, dal 31 marzo fino alla Pentecoste, domenica 19 maggio, per raccontare esperienze, forme e stili della preghiera. “La gioia di Pasqua si fa preghiera” è il titolo di questa iniziativa. Ad aprire la serie, nel giorno di Pasqua, è il cardinale Giuseppe Betori, con un video girato nella cappella privata in cui il vescovo ogni giorno prega portando nel cuore le preoccupazioni, gli affanni e le gioie di ogni persona che vive nel territorio diocesano. Seguiranno, nelle domeniche successive, testimonianze e inviti alla preghiera di preti, religiosi e religiose, famiglie, giovani. I video (realizzati da Toscana Oggi) saranno disponibili ogni domenica mattina, dalle 8, sul canale youtube Social Media Diocesi Firenze e diffusi attraverso il canale Whatsapp della diocesi. Nasce oggi Raffaello Sanzio nato il 28 marzo del 1483 a Urbino. Nato a Urbino da padre pittore, si spostò per lavoro a Città di Castello, Perugia e Siena, dove collaborò alla Libreria Piccolomini nella cattedrale. Poi si trasferì a Firenze per continuare a perfezionarsi. Aveva circa 20 anni e vi trovò Michelangelo e Leonardo da Vinci. Qui imparò e creò moltissimo, come la Madonna del Cardellino e i ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, iniziando anche il percorso della pittura monumentale, con la pala Dei, destinata alla Basilica di Santo Spirito. Ma questa era solo una tappa. Nei primi del Cinquecento venne chiamato a Roma per un’offerta irrinunciabile: lavorare alle stanze private del papa Giulio II.