28 agosto 1988: Ramstein, la strage che cambiò la storia delle acrobazie aeree

Quella strana coincidenza con Ustica che fece pensare ad un complotto: due dei piloti morti erano in volo la sera del 27 giugno 1980 e avevano visto qualcosa

L'incidente di Ramstein (foto Ansa)

L'incidente di Ramstein (foto Ansa)

Firenze, 28 agosto 2022 - Era il 28 agosto 1988, una domenica soleggiata di fine mese, quando nei cieli avvenne la strage che cambiò la storia delle acrobazie aeree. Fu un attimo, in tutto sette tragici secondi: lo schianto, il boato, il bagliore e quelle tre frecce che precipitarono al suolo provocando 70 morti e 346 feriti. Questo il drammatico bilancio dell’incidente aereo di Ramstein, nel quale venne coinvolta la Pattuglia acrobatica nazionale. Passato alla storia per essere stato il più tragico incidente mai avvenuto in una esibizione acrobatica aerea. In Germania, al confine con la Francia, nella base statunitense di Ramstein, quel giorno era in corso un’esibizione aerea dove le Frecce Tricolori erano le più attese. Tutto procedeva come da programma, fino a quando, nell’espletamento dei ‘cardioide’, una delle figure più rappresentative delle Frecce, il ‘solista’, in gergo tecnico Pony 10, il tenente colonnello Ivo Nutarelli, arrivò troppo presto all’intersezione con i colleghi: a quel punto fu inevitabile la collisione. Il suo Aermacchi MB-339 colpì in pieno il capoformazione (Pony 1), il tenente colonnello Mario Naldini, che a sua volta toccò ‘Pony 2’, il capitano Giorgio Alessio. I tre aerei diventarono in un attimo delle frecce incontrollabili avvolte dal fuoco. Pony 1 si schiantò su una corsia stradale che era al fianco della pista, Naldini non fece neppure in tempo ad azionare il sedile eiettabile. Anche il capitano Alessio finì la sua tragica corsa sulla pista dove il suo aereo esplose. La traiettoria più tragica è stata però quella di Pony 10 perché dopo l’impatto, l’Aermacchi di Nutarelli piombò sulla folla lasciando sul terreno 67 morti e centinaia di feriti. Una terribile strage che si consumò in sette lunghissimi secondi. La base aerea americana di Ramstein da quel momento non ha più ospitato manifestazioni aeree. A proposito di quel che avvenne nei cieli, si sono susseguite le ipotesi più fantasiose. Alcuni parlarono di complotto, di sabotaggio. Proprio Nutarelli e Naldini infatti, come appurò la commissione per la strage di Ustica, si erano alzati in volo la sera del 27 giugno 1980 dall’aeroporto di Grosseto e intercettarono il Dc9 dell’Itavia. Secondo quest’ipotesi, il sabotaggio di Ramstein sarebbe stato architettato per eliminare eventuali testimoni. In realtà la tragedia di Ramstein fu piuttosto la conseguenza di un tragico errore: Nutarelli arrivò in anticipo all’intersezione coi colleghi forse perché accecato dal sole. Per rallentare la corsa estrasse anche i carrelli, ma nonostante questo non riuscì ad evitare lo scontro. Oltre ai tre piloti delle Frecce, morirono sul colpo 51 spettatori e altri 16 nelle settimane successive. Negli ospedali della zona arrivarono centinaia di persone che presentavano ustioni di vario grado: famiglie intere ferite, donne, uomini, bambini, anziani. Da allora furono adottare severissime misure di sicurezza e il volo acrobatico non è stato più lo stesso. Oggi ad esempio le ‘figure’ non possono più essere fatte sopra il pubblico, che può assistere all’esibizione ma solo a svariate centinaia di metri di distanza. Anche i parametri delle Frecce e delle altre Pattuglie acrobatiche sono cambiati, hanno più ‘aria’ per le singole figure. In ogni caso quella tragedia non ha minimamente intaccato l’amore per le Frecce Tricolori, eccellenza italiana nel mondo. Nasce oggi Johann Wolfgang von Goethe nato il 28 agosto 1749 a Francoforte sul Meno. Considerato uno dei massimi poeti e il più insigne letterato tedesco. Ha scritto: “Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi. Possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco avvincente”.

Maurizio Costanzo