
Un calcio alla violenza. Alle partite dei bambini adesso il pubblico potrà solo applaudire
di Francesco Querusti
FIRENZE
Paolo Mangini, presidente del Comitato regionale toscana della Federcalcio-Lega nazionale dilettanti, vuole portare avanti con forza il progetto ‘La Partita Applaudita’ che ha la finalità di combattere la violenza e dare indicazioni anche per un corretto stile di vita.
"Il Comitato è da sempre attento per promuovere i sani valori sportivi – spiega Mangini – ed è al fianco delle società per qualsiasi esigenza. In questa circostanza tutte le componenti calcistiche si uniscono per dare un forte segnale contro la violenza di ogni genere e far capire gli aspetti belli di questa attività che sono nettamente predominanti su alcuni episodi negativi e da combattere".
Quali sono i preparativi per questa partita che rimarrà nella storia del calcio toscano?
"Ringrazio le società Isolotto e San Donato Tavarnelle per aver dato piena disponibilità all’evento in programma sabato alle 15 al campo sportivo di via Pio Fedi a Firenze. Inoltre sono già state sensibilizzate le rispettive tifoserie".
Vuole spiegare che cosa accadrà?
"Ricordo che si potrà solo applaudire e non contestare o fischiare i giocatori avversari. In un chiaro spirito di fair play e rispetto delle regole e degli avversari. Insieme a me saranno presenti i responsabili del settore giovanile, degli arbitri e degli allenatori Enrico Gabbrielli, Tiziano Reni e Luciano Casini, istruttori del settore, i referenti di Calcio Fair Play e Calciopiù".
Ma ci sarà anche un momento di ritrovo a fine gara?
“Certo il ’terzo tempo’ è quello che chiude l’iniziativa con un simbolico abbraccio fra tutti gli attori della giornata per confronto, conoscenza, scambio di esperienze e opinioni".
Quale messaggio vuole lanciare?
"La speranza è che la partita applaudita sia accolta con entusiasmo e partecipazione tale da poterla poi estendere anche alle altre province. Un tifo caloroso e sano è una delle cose più belle del calcio. E anche i ragazzi in campo saranno più motivati a prediligere l’aspetto tecnico ad un agonismo eccessivo".
Sono allo studio altre iniziative contro la violenza?
"Siamo consapevoli che è necessario un impegno costante per il raggiungimento di una vera cultura sportiva. Il processo ha bisogno di tempo e di lavoro continuo che coinvolga in particolare le famiglie e l’istituzione scolastica, le due più importanti agenzie educative per i ragazzi. Sono stati sviluppati specifici progetti rivolti al mondo della scuola e alle società".
E per chi sbaglia come si può intervenire?
"Abbiamo il dovere di punire chi sbaglia – conclude il presidente Mangini – senza però correre il rischio di perdere ragazzi che possono essere recuperati. Serve un percorso di riabilitazione".