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L’amarcord di Remo Squillantini. Alba e tramonto di un’epoca

Firenze, una monografica dedicata al grande maestro toscano dall’Accademia delle Arti del Disegno

Remo Squillantini (Stia 1920 - Firenze 1996) “Van Gogh nel bordello di Arles” (1991)

Firenze, 30 ottobre 2021 - Orgogliosamente “stiano“, Remo Squillantini. Considerato uno dei più importanti pittori italiani contemporanei, l’artista di origini aretine è morto a Firenze 25 anni fa. E la sua città d’adozione ora lo celebra con una monografica in programma dal 4 al 30 novembre all’Accademia delle Arti del Disegno.

Inconfondibili le sue figure riconducibili, negli atteggiamenti, a quelle di padri illustri (Grosz e Dix), con qualcosa di grottesco. Tanto che Federico Fellini, dinanzi ad alcuni suoi quadri, disse: "Vi trovo similitudini con il mio cinema, sebbene Squillantini preferisca raccontare le contraddizioni e l’indifferenza di questo tempo". Non a caso la retrospettiva porta il titolo “Amarcord. Alba e tramonto di un’epoca“.

Curata da Giovanni Faccenda, la mostra propone una carrellata di personaggi intenti nei riti della quotidianità, di cui il pittore evidenzia vizi, abitudini, debolezze e conformismi. Figure che offrono una visione disincantata del mondo cui appartengono sia esso quello dei caffé, dei suonatori di jazz, del calcio o dei borghesi che giocano a carte. Un sentimento profondamente malinconico che Squillantini ha saputo rendere con una sensibilità e un’ironia tutte toscane.

"Al centro dell’interesse di Squillantini c’è la figura umana, singola o a gruppi, che non si stanca di indagare attraverso un filtro dell’ironia - conferma la presidente dell’Accademia delle arti del disegno, Cristina Acidini - . Sfila nelle sue tele un campionario di soggetti inquietanti e patetici, vincitori e vinti, che tutti noi siamo certi d’aver incontrato, o almeno visto da lontano e magari segretamente criticato".

"Questa mostra e il catalogo che la accompagna vogliono rendere omaggio a un uomo buono e ricco di valori - le parole del curatore - , che sognò di diventare pittore, riuscendo, a un certo punto della propria vicenda terrena, con coraggio – e oggi sappiamo anche con successo –, a realizzare quel sogno, a lungo custodito nell’angolo più segreto dell’anima".