
Riecheggia il Canto del Maggio Pastori pronti a calcare la scena
di Barbara Di Cesare
C’era un tempo in cui fra le montagne della Garfagnana, in provincia di Lucca, non c’erano né cinema né teatri. Le storie prendevano vita grazie al Canto del Maggio: una forma di teatro popolare cantato, che vedeva contadini e pastori smettere le loro vesti per indossare quelle, fatte in casa, di "buoni" o "cattivi" e portare in scena opere come l’Orlando Furioso, la Divina Commedia e i Promessi sposi, appositamente riadattate. "Un’arte che oggi sta purtroppo scomparendo – racconta Giuseppe Brugiati, classe 1948, nato a Gorfigliano, il più giovane dei cantori rimasti - ma una volta il Maggio risuonavano in tutte le valli e in tutta la Toscana.
A cantare in ottava rima erano tanti e solo i migliori diventavano protagonisti sulla scena. Accompagnati da fisarmonica, violino o chitarra i ‘maggianti’, così si chiamano i cantori uomini e donne, si davano appuntamento in radure o nei boschi sotto i castagni millenari e chi voleva assistere si portava la sedia da casa". Giuseppe Brugiati canterà di nuovo oggi, alle ore 15 a Gorfigliano (località Segheria) con i suoi amici, il Maggio dei Promessi Sposi, di Luigi "dal Bozzo" Casotti, uno dei più grandi scrittori di Maggi. "Per riuscire a portare in scena quest’opera – racconta Giuseppe Brugiati – abbiamo unito le forze con altri paesi, perché la compagnia di Gorfigliano non esiste più". Questa edizione è nata su iniziativa dell’associazione Paese Vecchio di Gorfigliano, grazie al Festival Musei del Sorriso, del sistema museale della Provincia di Lucca, insieme al Comune e al Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana di Gorfigliano. "Nel nostro gruppo l’età media supera ormai gli ottant’anni, io sono il più giovane, mentre il più esperto sfiora i novanta ed è ancora un maggiante eccezionale. Mi sono appassionato a questa tradizione negli ’80, seguendo le orme di mio padre Mario e mia mamma Angelina Monelli, entrambi maggianti e due tra le voci più belle di tutta la valle del Serchio. Un’arte che un tempo si tramandava di generazione in generazione, ma che oggi, purtroppo, rischia di scomparire con la mia generazione". Guardando al futuro Giuseppe Brugiati spera insieme al Museo dell’Identità dell’alta Garfagnana di portare nuovamente il Maggio nelle scuole, come accadeva in passato. "Per far conoscere la tradizione ai più giovani. – spiega – Intanto oggi debutterà anche una ventenne, speriamo possa raccogliere un giorno il testimone". Il Maggio "I promessi sposi" scritto da Luigi Casotti ha la particolarità di essere veloce e dinamico: "È composto da sole 105 stanze (periodi) - spiega Brugiati – mentre quelli più antichi erano anche di 500 e duravano perfino 4 o 5 ore. Ma non sono adeguati alla modernità, dove tutto è veloce".