Pecci, Bini Smaghi verso il bis

Il Centro Pecci di Prato si avvia al rinnovo del presidente Bini Smaghi, con il Comune che sembra propendere per un secondo mandato. Il museo, che ha registrato numeri deludenti nel 2022, dovrà affrontare la sfida di attrarre più visitatori e superare le difficoltà dell'anno scorso.

Centro Pecci, si va verso il rinnovo del presidente Bini Smaghi. Il Cda del Centro per l’arte contemporanea è scaduto a marzo 2023, ma potrebbe restare lo stesso, almeno per tre nomi: quello del presidente, Lorenzo Bini Smaghi, e quelli di Jacopo Gori e Alessio Ranaldo, due dei tre membri di nomina comunale del Cda. La partita sul nome del vertice non è ancora chiusa, ma il Comune stringe il cerchio sulla possibilità di un Bini Smaghi-bis (a condurre la trattativa lo stesso sindaco Biffoni) per altri tre anni. Resta però da parlare con gli altri soci.

La poltrona (che non prevede compensi) del Pecci è prestigiosa ma anche scomoda. Perché il Pecci è un Museo da rilanciare. Lo dicono i numeri: meno di 1300 biglietti interi staccati per le mostre nel 2022, oltre 330mila euro di perdita d’esercizio, più di due milioni di contributi pubblici, di cui 1,2 dal Comune di Prato e 730mila euro dalla Regione. La sfida sarà attrarre più visitatori. E lasciarsi alle spalle anche un anno, il 2023, complicato anche per la bufera scoppiata ad agosto quando partirono due lettere di licenziamento per due dipendenti del Centro (licenziamenti poi ritirati dopo un mese).

Sdb