Quanto è diffusa la paura di volare? Ma anche quanti sono coloro che sono riusciti a superarla e a salire sulla scaletta di un aereo senza attacchi di panico?
Margherita Buy è esperta della materia, si potrebbe dire. Tanto da prendere per le ali questa debolezza e spiccare il volo nella regia, dirigendo se stessa e un cast di professionisti che portano a un film di grande coralità, divertente, delicato. E volare diventa una metafora della capacità di affidarsi a qualun altro.
Il film Volare sarà presentato oggi in anteprima a Firenze alle 18.15 al Cinema Astra, alle 19 al Fiamma e alle 21 al Cabiria di Scandicci, alla presenza dell’attrice-regista, che in questo suo debutto dietro la macchina da presa ha voluto anche Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Euridice Axen, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, Vanessa Compagnucci, Caterina De Angelis, Oscar Matteo Giuggioli, Alice Ferri, Eros Galbiati, Ahmed Hafiene con la partecipazione di Massimo De Francovich e con l’amichevole partecipazione di Elena Sofia Ricci.
Signora Buy, come è stato dirigere se stessa?
"In definitiva facile, mi sono preoccupata più di altro, conoscevo il testo perchè scritto con Doriana Leondeff e Antonio Leotti, che a nostro è divertente e che racconta una delle paure più diffuse al mondo. Diciamo che questo primo volo nella regia è stato senza turbolenze".
In breve, qual è la storia?
"La paura di volare, così irrazionale e umana, attanaglia AnnaBì, un’attrice di talento che potrebbe aspirare al successo internazionale se salisse su quel maledetto aereo per la Corea. Ma solo l’idea di volare per fare un casting o per le riprese l’ha sempre frenata. Adesso che sua figlia sta per trasferirsi in California per studiare, AnnaBì è alla ricerca di una soluzione e decide di iscriversi a un corso della compagnia di bandiera, pensato proprio per chi ha paura di volare e dove trova altre persone come lei terrorizzate al solo pensiero".
Ma adesso lei riesce a volare, o almeno a volicchiare?
"Sono paure che non hanno a che fare con la realtà. E non posso dire che adesso volo con leggerezza, sono sempre tesa ma volicchio, con consapevolezza".
E che incoraggiamento può essere questo film?
"Un invito a condividere con gli altri una difficoltà. E’ importante avere qualcuno che ti ascolta, ti fa sentire meno solo. E questo non vale solo per la paura di volare. E’ una metafora che si può allargare a molte altre cose, a quasi tutto".
Che cosa le ha detto Nanni Moretti, che l’ha diretta in tanti film, di questo suo debutto nella regia?
"Lui è sempre stato un grande fan, era contento che lo facessi, è venuto sul set, mi ha fatto una proiezione alla sua casa di produzione Sacher. E’ stato di grande sostegno veramente, come stati altri amici dell’ambiente. Volevo anche ringraziare Ita e Roma Aeroporti che sono stati partner veri, una grande collaborazione. Infatti abbiamo girato in luoghi veri di Fiumicino".
Ha voglia di tornare presto dietro mla macchina da presa?
"Sì, mgari dovrò aspettare un po’, ma certamente lo rifarei e spero di rifarlo".