BARBARA BERTI
Cosa Fare

Lo spartito dello spirito. Cristicchi porta in scena la magia di San Francesco

Il cantante e attore torna in Toscana: sabato presenta il suo nuovo lavoro "E’ il ritratto di un rivoluzionario che, con ’follia’, ci insegna a costruire la pace".

Lo spartito dello spirito. Cristicchi porta in scena la magia di San Francesco

Lo spartito dello spirito. Cristicchi porta in scena la magia di San Francesco

SCANDICCI (Firenze)

"Il mio San Francesco non è un santino, ma il ritratto attuale di un rivoluzionario che con la sua ’follia’ ci insegna a costruire la pace" Parola di Simone Cristicchi, il cantante, attore e autore che sabato 13 (ore 21,15) al Teatro Aurora di Scandicci porta in scena "Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli", con testi scritti insieme a Simona Orlando e canzoni inedite dello stesso Cristicchi e della cantautrice Amara. Dopo il grande successo di "Happy Next", dopo il musical sul predicatore David Lazzaretti detto ’il Cristo dell’Amiata’, e dopo l’immersione nel "Paradiso" di Dante, il ’cantattore’ romano continua il suo personale percorso nella spiritualità e si dedica a quello che definisce "il santo più amato al mondo, il fratello universale, la voce più attuale dei nostri giorni".

Cristicchi, come nasce questo spettacolo?

"Da anni frequento il mondo della spiritualità, anche francescana e ho fatto alcune esperienze di ritiri in clausura. Nel mio cammino san Francesco è sempre stato nell’ombra ma presente, tanto che la canzone ’Lo chiederemo agli alberi’, che ha avuto un successo soprattutto tra i più piccoli nelle scuole, è stata definita un canto francescano, e dalla stessa ispirazione poi è nata anche ’Custodi del mondo’, che ha vinto lo Zecchino d’oro un paio di anni fa, sempre parlando del creato, della natura e dell’ambiente".

Come è strutturato lo spettacolo?

"Non è il racconto della biografia di san Francesco: è una riflessione sui grandi temi portati avanti da Francesco, perché non è stato solo il ’folle’ che parlava agli uccelli bensì, a modo suo, un rivoluzionario. Tutto ciò si traduce sul palco con uno spettacolo che definirei un ’musical solo’ perché c’è tanta musica ma sul palco ci sono solo io che interpreto due personaggi: uno sono io, Simone, e racconto ciò che ho capito di Francesco in questi anni di studi. L’altro è Cencio, uno stracciarolo di Assisi, che con la sua comunicazione bizzarra e il suo peregrinare senza meta, incarna la vox populi della diffidenza verso Francesco, critica il santo, lo sminuisce, senza davvero conoscerlo. Per questo ruolo mi sono ispirato al compianto Carlo Monni: il mio è un omaggio alla sua poetica".

Quali tematiche francescane affronta nello spettacolo?

"Parto dalla rivoluzione interiore, dalla scelta che fece a 25 anni di spogliarsi di tutto, di farsi povero che non vuol dire misero. Questo svuotamento riguarda anche l’anima: oggi che viviamo in una società molto individualista guardarsi dentro dovrebbe essere un monito. Afrronto poi il tema dell’incontro e del dialogo: non bisogna puntare il dito contro qualcuno o qualcosa ma avere la forza di aprirci al dialogo. Cosa che, purtroppo, non accade viste le guerre che ci circondano. Nello spettacolo, poi, affronto la dicotomia tra follia e santità e il tema dell’infinitamente piccolo che influenza l’infinitamente grande, ovvero il fatto che ogni piccolo gesto influenza la vita".

Nello spettacolo c’è spazio anche per il "Cantico delle creature"?

"Sì, parlo del suo rapporto con la natura, il suo essere ecologista che ha un significato più ampio rispetto a quello che intendiamo noi: distruggere la natura è distruggere noi stessi".