I parenti e gli eredi delle vittime delle stragi naziste avranno tempo fino al 31 dicembre di quest’anno per presentare domanda tramite citazione ordinaria o addirittura chiedere direttamente il ristoro se in possesso di precedenti sentenze che provano il danno subito.
La novità è contenuta in un apposito decreto, convertito in legge lo scorso 27 novembre ed è stata illustrata a Palazzo Vecchio dal senatore Dario Parrini e dall’assessora alla cultura della memoria del Comune Maria Federica Giuliani. Con loro gli avvocati Iacopo Casetti e Vittoria Hayun.
Grazie ai due legali, nei giorni scorsi il tribunale di Firenze ha emesso sentenze che riconoscono un indennizzo economico ai parenti e agli eredi delle vittime dei crimini perpetrati dai nazisti durante l’occupazione del 1943-44. Il problema è che la richiesta di risarcimenti per le vittime delle stragi naziste – quelle accertate sono 4.500 in Toscana, con 83 comuni interessati – si sono sempre scontrate, questa la denuncia, contro la ‘resistenza’ da parte dell’Avvocatura di Stato e quindi del governo italiano. Parrini ha ricordato che in "udienza l’avvocatura dello Stato si è opposta al risarcimento con tesi fantasiose". I due avvocati ne hanno citate alcune come "la prescrizione dei reati e la giurisdizione" e, addirittura, "che i fatti contestati non sono stati pienamente provati".
Le cause per la richiesta di indennizzo sono una conseguenza del fondo stanziato dal governo Draghi, di circa 61 milioni. Tuttavia non è escluso che i risarcimenti, per un totale di oltre un milione accordato finora dal tribunale di Firenze, possano essere bloccati: il motivo è che la legge prevede che le sentenze non siano esecutive finché non trascorrono i 30 giorni previsti per il ricorso in appello. E l’Avvocatura, che si ritiene una ‘parte in causa’, può appellare.
A proposito della proroga, intanto, ha spiegato Parrini, "è importante aver avuto un ulteriore margine di tempo per avviare le cause per chiedere gli indennizzi. Ma grande e crescente è lo sconcerto per l’atteggiamento tenuto nei giudizi dall’Avvocatura dello Stato. Una cosa davvero grave. E grave è che il governo non sia ancora intervenuto per farla cessare".
"Questo lavoro - ha aggiunto Giuliani - serve non solo a ripristinare una verità storica ma, soprattutto, a dare dignità alle tante vittime e a discernere il crimine di guerra. E, infine, permette di andare all’aspetto più profondo e umano che colpisce tutti noi: garantire un riconoscimento, non solo prettamente economico, agli eredi delle vittime". Niccolò Gramigni