MICHELE BRANCALE
Cosa Fare

In tanti si mobilitano anche in Toscana per la salvezza di Curtis Windom

Disabile mentale, la sua esecuzione è fissata per giovedì 28 agosto in Florida

Curtis Windom

Curtis Windom

Firenze, 27 agosto 2025 - "Dite a Lorenza che la saluto, e che ho tanto apprezzato l'amore che lei e la sua famiglia mi hanno mostrato e mi hanno dato per anni". Così ha scrito Curtis Windom, 59 anni, nella sua ultima lettera a una sua amica corrispondente. Giovedì 28 agosto è fissata in Florida la sua esecuzione. Windom, detenuto nel braccio della morte dal 1992, è stato condannato per l'omicidio della compagna. Afroamericano nato e cresciuto in Florida, Curtis porta fin dalla nascita una grave disabilità cognitiva dovuta a un trauma perinatale, aggravata poi da un incidente stradale che gli ha causato danni cerebrali permanenti. Nonostante questo, la Corte lo ha recentemente giudicato “idoneo” all’esecuzione, ribaltando valutazioni precedenti. Molti si sono mobilitati anche a Firenze e in Toscana firmando un appello per fermare l'esecuzione. Il processo di Windom fu segnato da una difesa legale inadeguata: l’avvocato che lo rappresentava non aveva i requisiti per casi capitali ed è stato poi radiato dall’albo. La sua condizione familiare e sociale, così come la sua disabilità, non furono mai adeguatamente prese in considerazione. Oggi la figlia Curtisia, che ha perdonato il padre e lo visita regolarmente, ha lanciato un appello: “Do not this in our name”, non lo fate nel nostro nome. Anche gli altri familiari delle vittime chiedono che non si proceda con l’esecuzione. La Chiesa cattolica della Florida e la Coalizione contro la pena di morte sostengono la richiesta di clemenza. I vescovi hanno indetto una novena in tutte le chiese, chiedendo di fermare un’esecuzione che appare ingiusta e disumana. La Comunità di Sant’Egidio si è unita a questo appello, che tutti possono firmare, invitando a mobilitarsi per salvare la vita di Curtis Windom, ricordando che la pena di morte non rende giustizia alle vittime ma accresce solo la spirale di violenza. La sua corrispondente italiana Lorenza ha precisato che "Curtis non si è mai proclamato innocente perché non ricorda neppure un momento del giorno dell’assassino". Sarebbe bello che nell’anno del Giubileo "arrivasse un gesto all’insegna del perdono", in controtendenza con tutta la violenza che si respira nel mondo.