CLAUDIO ROSELLI
Cosa Fare

Il premio letterario. La rinascita dopo l’ictus scolpita nei Diari di Pieve

Paola Tellaro vince l’edizione 2023 con "Tutta la polvere del mondo in faccia". Il male spietato le toglie anche la voce. Poi, gradualmente, comincia a scrivere.

Il premio letterario. La rinascita dopo l’ictus scolpita nei Diari di Pieve

PIEVE S. STEFANO (Arezzo)

L’ictus, la paralisi della parte destra, la riabilitazione e la ripartenza: la storia di Paola Tellaroli ha vinto il Premio Pieve Saverio Tutino per diari e memorie inedite. "Tutta la polvere del mondo in faccia", questo il titolo del testo vincitore, racconta i cinque difficili anni vissuti da questa giovane donna originaria di Castiglione delle Stiviere, vicino Mantova, colpita nel momento migliore della sua vita. Ha infatti 31 anni, oggi 37, e coltiva il desiderio di una vita normae. È assegnista in biostatistica, ha un compagno, si sente "in motorino con il vento tra i capelli, le mani alzate prima dello schianto". Lo schianto arriva la sera del 14 febbraio 2017, quando un grumo di sangue si deposita nel cervello di Paola. È vittima di un ictus ischemico cerebrale, ma nessuno ancora lo immagina. Al pronto soccorso la diagnosi corretta arriva solo dopo nove ore. Al risveglio scopre progressivamente i danni che ha subito il suo corpo: la paralisi della parte destra, l’impossibilità di comunicare. Ma Paola non si scoraggia e comincia un lungo cammino di riabilitazione, reso possibile anche dalla vicinanza degli affetti, del compagno e degli amici, un "branco di delfini" che le ha dato la forza necessaria. A cinque anni dall’ictus, nel 2022, è pronta a riprendere la strada che si era interrotta: prepara lo zaino e parte per l’Amazzonia.

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale ad altri due diari che condividono il periodo storico (1944-45): "Quando saremo di nuovo uomini", di Ettore Piccinini (1922-2007) e "La via della vita" di Maria Anna Rold (1926-2018). Ettore, sottufficiale dell’esercito, è fatto prigioniero e deportato nei campi di lavoro del Reich subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Piccinini narra con lucidità le condizioni di vita materiale, la fame, il freddo, le privazioni, le attese dei viveri e delle notizie sull’andamento del conflitto, ma ricorda anche la solidarietà tra i prigionieri. Con Maria Anna Rold vi è lo stesso momento storico dal punto di vista femminile: una ragazza che, non ancora diciottenne, crede ai manifesti che promettono lavoro ben retribuito nei territori del Reich e parte in direzione di Vienna. Trova però bombardamenti e distruzione e comincia una vera odissea per tornare a casa. Nel corso della cerimonia è stato inoltre consegnato il premio "Città del Diario", che è andato al giornalista Ezio Mauro.