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A Erba spuntano le statue. L’artista: una provocazione

Il 34enne ha poi rimosso i manichini. "La verità si crea e si distrugge all’infinito"

A Erba spuntano le statue. L’artista: una provocazione

A Erba spuntano le statue. L’artista: una provocazione

ERBA (Como)

Olindo e Rosa, a due passi dalla casa della strage di Erba. Non loro in carne e ossa, ma due loro statue a grandezza naturale che sembrano vere. A realizzare le statue (ritratte nella posa della performance con arco e freccia di Marina Abramovic e Ulay ‘Rest energy’) e posizionarle l’altra notte sotto i portici di piazza Mercato, vicino alla corte dove l’11 dicembre scorso Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi hanno ucciso 4 vicini di casa, tra cui il piccolo Youssef Marzouk che aveva solo 2 anni, è stato Nicolò Tomaini, artista lecchese di 34 anni. Lo ha fatto 48 ore prima dell’inizio del processo di revisione della condanna definitiva di marito e moglie.

Perché?

"Sono un artista, è una provocazione, anzi un flashmob, per riflettere su come nella nostra società contemporanea si possa costruire una verità ufficiale, che poi all’occorrenza, si può anche distruggere e cambiare, con gli stessi identici strumenti con cui è stata costruita, per rifarla ancora e disfarla all’infinito".

Non è quindi una presa di posizione da innocentista piuttosto che da colpevolista?

"No, non ho voluto né voglio esprimermi sulla vicenda giudiziaria. Per questo, quando ho rimosso i due manichini, senza che intervenisse nessuno, ho lasciato lì un foglio di testimonianza, con un messaggio di quanto ho voluto proporre ed esprimere, proprio per non dare adito a simili fraintendimenti".

E perché ha scelto proprio Olindo e Rosa?

"Inizialmente avevo ideato un progetto su Pietro Pacciani, il mostro di Firenze, ma sarebbe stato poco attuale, perché a quell’epoca non c’erano i social. Circa nove mesi fa, quando non potevo avere idea che ci sarebbe stato un processo di revisione, ho quindi cominciato a lavorare su un nuovo progetto dallo steso significato, ma con Olindo e Rosa, che, a mio avviso, sono diventati il simbolo del teatrino mediatico e social della nostra contemporaneità".

Non crede di aver offeso i familiari delle vittime?

"Mi sono scusato in anticipo per aver magari urtato la sensibilità di qualcuno. Ho però allestito il flashmob pure per loro, vittime delle strage e insieme di una realtà in cui il falso prende il posto del vero e viceversa".

Come ha realizzato le statue?

"Per il corpo ho usato due manichini, ho realizzato i volti a mano con la resina. Per i capelli ho adoperato parrucche, tagliate da un amico parrucchiere".