DAVID ALLEGRANTI
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Forza Italia al bivio. Batte l’ora della verità

Lo scenario in vista delle Politiche

Mariastella Gelmini, nella foto con BerlusconI

Mariastella Gelmini, nella foto con BerlusconI

Firenze, 22 maggio 2022 - «Nessuno in Occidente - neppure gli stessi ucraini - ha immaginato che la guerra per difendere l’Ucraina dovesse diventare una guerra di aggressione alla Russia", ha detto venerdì Silvio Berlusconi dopo 86 giorni di guerra. L’ex Cavaliere sembra sbarcato da Marte, mentre l’amico di una vita politica, Vladimir Putin, bombarda l’Ucraina senza pietà e cerca di conquistarla pensando di potersela cavare in un blitz. Così non è stato, con buona pace dei vari Orsini che a marzo ci spiegavano a reti unificate perché la Russia avrebbe potuto "sventrare l’Ucraina come e quando vuole". E non è stato così, per fortuna, grazie all’addestramento e alle armi che non solo in questi ultimi mesi ma anche in quelli precedenti - come ha raccontato il Wall Street Journal in un pezzo informato - la Nato ha fornito a chi ha deciso di resistere e non piegarsi alla volontà di potenza della Russia.

L’ambiguità di Berlusconi sulla guerra in Ucraina, parzialmente rivista alla convention di ieri a Napoli, non deve (purtroppo) stupire. La rivoluzione liberale è fallita trent’anni fa. Forza Italia è dunque arrivata al bivio, forse l’ennesimo della sua storia. Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, le pulsioni identitarie stanno aumentando e vanno a sommarsi alla disarticolazione compiuta da Mario Draghi. Riguardano tutti i partiti ma soprattutto tutte le coalizioni. Il Pd deve decidere che cosa fare con il M5s, il centrodestra - dove i problemi sono maggiori - deve decidere che fare di se stesso. Emergenza sanitaria e guerra sono due cartine di tornasole; questi ultimi due anni ci hanno fatto capire molto sullo stato di salute del dibattito pubblico e politico. Si avvicina dunque il fatidico momento del disvelamento. Anche per chi solo tardivamente si è accorto di quello che succede in Forza Italia. Come Mariastella Gelmini: "Siamo un movimento politico filo atlantista, europeista, siamo nel Ppe e ci siamo chiamati in passato ‘Popolo della libertà’, per la quale gli ucraini stanno combattendo", ha detto al Corriere. "Il tempo di Pratica di Mare purtroppo è finito e oggi ogni ambiguità di filoputinismo reca danno all’Italia e incrina la necessaria unità del Paese. Io sto dalla parte dell’Ucraina, dell’Ue e della Nato.

Bene la precisazione , ma mi spiace non avere ancora sentito un sì forte e convinto all’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, né alla decisione di 40 Paesi democratici del mondo di sostenere anche militarmente gli ucraini". In più, ha notato Gelmini, "mi sembra che in FI ci sia più la preoccupazione di non dispiacere Salvini che di essere in linea con i nostri partner dell’Ue e della Nato". Va detto che questa preoccupazione in Forza Italia alberga almeno dal 2018, da quando Salvini vinse le le elezioni insieme al M5s e sembrava destinato a fare il capo del centrodestra per vent’anni. C’era tutto il tempo, anche per gli italo-forzuti, per non finire tra le braccia dei neo-populisti.

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