Carlo Conti: "Io, ex scapolo d’oro. Ora tutto famiglia"

"Ero tra lavoro e divertimento poi all’improvviso la svolta. I giovani tendono a restare con i genitori per comodità"

Carlo Conti, 58 anni, e la moglie Francesca Vaccaro, classe 1972,  ex costumista Rai

Carlo Conti, 58 anni, e la moglie Francesca Vaccaro, classe 1972, ex costumista Rai

Firenze, 21 novembre 2019 - "Tutti pensavano fossi una specie di Alberto Sordi perché soffrivo di ‘dongiovannite’. Ma alla fine ho spiazzato tutti". Carlo Conti, 58 anni, il popolare conduttore televisivo all’altare ci è arrivato ‘da vecchio’ (ne aveva 51 anni), quando nel 2012, in una chiesetta sulle colline fiorentine, sposò la fidanzata storica, Francesca Vaccaro.

Dai dati Istat emerge una tendenza a sposarsi sempre più tardi…

"Secondo quei dati sono fuori tempo massimo, mi sono sposato tardissimo perché affetto da ‘singletudine’, stavo bene così, ero preso dal lavoro e dal divertimento. Poi a un certo punto della vita mi sono stufato di pensare all’ ’io’ e avevo voglia di pensare al ‘noi’. È arrivato, così, in modo naturale il matrimonio e la famiglia".

Per la verità, le sue ‘prime’ nozze risalgono a quando, giovanissimo, ha ’detto sì’ Pieraccioni e Panariello…

"No, quella è una fratellanza, una che abbiamo creato sul palco e poi nella vita".

Quali sono i vantaggi di un matrimonio posticipato?

"Tante avventure! (ride, ndr ). Ovviamente prima delle nozze e si presuppone che dopo si rispetti la fedeltà".

Ci vuole il fisico per sposarsi?

"Assolutamente sì. Leonardo (Pieraccioni, ndr ) sostiene che il matrimonio, le storie d’amore, siano una maratona. Lui dice di avere il fiato corto e riesce solo a fare i primi cento metri, io invece sono entrato in corsa agli ultimi chilometri e ho tagliato il traguardo".

Seriamente, secondo lei, perché sale l’età per sposarsi?

"Nella società di oggi è più difficile avere una stabilità economica, i giovani tendono a restare in famiglia, anche per comodità. E poi c’è più libertà sessuale mentre un tempo bisognava sposarsi prima di avere un approccio con l’altro sesso o almeno così imponeva la società".

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